I Mantra modificano il cervello: ricerche scientifiche lo dimostrano

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I Mantra modificano il cervello: ricerche scientifiche lo dimostrano

Neuroscienze e Cervello

Moderni strumenti come l’elettroencefalogramma e la risonanza magnetica funzionale mostrano come l’ascolto e la recitazione dei Mantra abbia evidenti effetti sul cervello

di Antonio Morandi – 06/09/2018

Molti Mantra sono stati studiati scientificamente e il più noto è senz’altro il Gāyatrī Mantra, uno dei più famosi ed utilizzati nella cultura indiana. E’ derivato dal Ṛg Veda, uno dei quattro Veda, testi sapienziali fondamentali della cultura vedica ed indiana, ed è composto da diverse strofe. E’ interessante notare che il nome Gāyatrī deriva dalla metrica vedica con cui il Mantra è stato composto, a riprova dell’importanza della recitazione dei testi vedici. La notorietà del Gāyatrī Mantra, come è accaduto per il Mantra OM e per molti altri, ha travalicato i limiti dell’India e si è universalmente ed ubiquitariamente diffuso. Secondo la tradizione, la funzione principale di questo Mantra è quella di sollecitare l’illuminazione individuale, di permettere il superamento dei limiti dell’ignoranza e favorire l’unione con la coscienza collettiva.
Anche in questo caso la scienza moderna ha potuto verificare la veridicità delle affermazioni sull’effetto a livello neurofisiologico della recitazione di questo Mantra, sopratutto in relazione al suo ascolto.

Mantra e cervello

È stato infatti dimostrato che il semplice ascolto della recitazione del Gāyatrī Mantra induce cambiamenti a livello neurofisiologico rilevabili sia con l’Elettroencefalogramma che con la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI). In questo studio, 20 soggetti fra i 20 e 35 anni senza alcuna esperienza nella recitazione di Mantra o di Meditazione, sono stati sottoposti all’ascolto del Gāyatrī Mantra per 15 minuti. Le rilevazioni sono state fatte sia prima che dopo l’ascolto, ed i risultati sono sorprendenti. Il tracciato elettroencefalografico ha mostrato un aumento delle onde gamma e beta rispetto a prima dell’ascolto del Mantra; a tal riguardo è interessante segnalare che un’alta prevalenza delle onde gamma è stata riscontrata in soggetti esperti di meditazione buddista. La fMRI ha invece mostrato un’attivazione di alcune aree cerebrali, alcune dovute senz’altro agli stimoli uditivi e all’elaborazione linguistica e ritmica, ma oltre a queste è stata riscontata anche un’attivazione del lobo insulare, specialmente a destra (1).

Il lobo insulare è un’area cerebrale che, oltre ad essere legata ai processi di consapevolezza, alle emozioni ed alle facoltà relazionali ed empatiche, è significativamente coinvolta nei processi legati alla meditazione (2). È stato inoltre dimostrato che lo spessore della corteccia cerebrale del lobo insulare è significativamente aumentato in persone esperte in meditazione e che ha un ruolo fondamentale in tale pratica (3).

Mantra e medicina integrata: uno studio su pazienti con tumore al seno

Un altro importante effetto dell’ascolto della recitazione del Gāyatrī Mantra è stato recentemente documentato in uno studio clinico randomizzato su pazienti con tumore al seno che dovevano ricevere una chemioterapia neoadiuvante. Nel gruppo che è stato sottoposto all’ascolto durante la terapia è stata riscontrata una percentuale significativamente più alta di risposta positiva, con anche un migliore risultato terapeutico finale in termini di riduzione della massa tumorale. Inoltre lo stesso gruppo ha mostrato un significativo miglioramento dello stato di ansia e depressione, e quindi della qualità di vita, secondo il punteggio della scala HAD (Hospital Anxiety and Depression score) (4).

Questi ultimi risultati ottenuti dal puro e semplice ascolto della recitazione di un Mantra offrono una prospettiva diversa dalle ipotesi che ritengono l’effetto rilevato sul sistema nervoso sia dovuto solo all’atto della ripetizione verbale continua che deattiverebbe alcune aree cerebrali risultando in uno stato di rilassamento psicofisico (5).

Un’influenza vibrazionale dei suoni specifici è intuibile anche dai risultati degli studi elettroencefalografici prima riportati, la diversa attivazione fatta rilevare dai Mantra OM e Gāyatrī rispettivamente delle onde Gamma e Theta, suggerisce un’influenza vibrazionale specifica piuttosto che un’azione generica. I dati relativi all’effetto dell’ascolto della recitazione anche se tradizionalmente considerati meno efficaci della recitazione vera e propria, propongono un meccanismo d’azione che esula dalla soggettività e si riflette sulla totalità del reale.

Note

Thomas IS, Rao S “Effect of Gayatri Mantra Meditation on Meditation Naive Subjects: an EEG and fMRI Pilot Study” The International Journal of Indian Psychology 3(2), No.7: 14-18, 2016
Luders et al. “The unique brain anatomy of meditation practitioners: alterations in cortical gyrification” Front. Hum. Neurosci. Vol 6 (34): 1-9, 2016
Lazar et al. “Meditation experience is associated with increased cortical thickness” Neuroreport. 28; 16(17): 1893–1897, 2005
Mandeep Kaur et al. “Effect of vedic hymns on response to neoadjuvant chemotherapy in breast cancer: A randomized clinical study” J Cancer Sci Ther, 8:8 (Suppl) ), 2016
Berkovich-Ohana A et al. “Repetitive speech elicits widespread deactivation in the human cortex: the “Mantra” effect?” Brain and Behavior, doi: 10.1002/brb3.346 , 2015

Scienza e Conoscenza n. 64 – Rivista Cartacea
Nuove Scienze, Medicina non Convenzionale, Coscienza
Autori Vari
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