Gli effetti collaterali (taciuti) della pillola anticoncezionale

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Gli effetti collaterali (taciuti) della pillola anticoncezionale

di Valerio Pignatta

Carenze di zinco e acido folico, aumento del rischio di sindrome di Down sono solo alcuni dei rischi per i nascituri conseguenti alluso prolungato della pillola…

da Scienza e Conoscenza n. 38

È finalmente uscito anche in Italia un libro che negli Stati Uniti ha fatto parlare molto di sé,
perché va a intaccare un tabù scientifico comunemente considerato un successo della medicina
contemporanea, che ha liberato le donne dalle angosce rispetto al rischio di gravidanze
indesiderate: la pillola anticoncezionale Se ciò, in parte, può essere vero (sebbene oggi vi siano
altri metodi altrettanto efficaci e meno invasivi della salute della donna), lo è senzaltro anche
il fatto che non vengono abitualmente messi sul piatto della bilancia gli svantaggi che questa
rivoluzione ormonale, e sociale, comporta e il conto che la donna stessa deve pagare in termini di
salute e relazionale. Conto elevato sia metaforicamente che realisticamente, dato che nel mondo si
parla di circa 100 milioni di donne che stanno assumendo questo farmaco. Un business, quindi, che ha
alla base motivazioni scientifiche che comprensibilmente è difficile analizzare in maniera
obiettiva, senza incorrere nella scomunica della comunità scientifica collegata alle industrie farmaceutiche e alla ricerca sovvenzionata dalle stesse.

Effetti più che indesiderati

Le due autrici del libro La pillola. È la scelta giusta per te? (Macro Edizioni, 2011), Jane Bennett
e Alexandra Pope (esperta di fertilità naturale la prima e psicoterapeuta la seconda), con un
attento esame delle fonti scientifiche indipendenti disponibili e tramite la raccolta diretta di
testimonianze di donne che ne hanno fatto uso, mettono in discussione i tanto declamati vantaggi
della pillola anticoncezionale, ponendo al contrario in risalto i misconosciuti (o forse è più
esatto dire consapevolmente minimizzati) e talvolta gravi effetti collaterali che il suo uso prolungato può indurre nell’organismo femminile.
Gli effetti invasivi di questa terapia ormonale sono di vario tipo. La pillola è un farmaco a tutti
gli effetti che induce una sorta di eterna gravidanza, alterando il metabolismo ormonale del corpo
con tutte le conseguenze che questo fatto innaturale può comportare. Depressione, malattie
cardiovascolari, cancro al seno e alla cervice dell’utero, sbalzi dell’umore, calo della libido,
osteoporosi, trombosi, embolie, ischemie, infarti, infezioni vaginali, mal di testa, sono solo
alcuni dei possibili devastanti corollari di questa presunta libertà sessuale, nei fatti inibita
proprio dall’effetto sedativo rispetto ad alcuni processi naturali del desiderio sessuale femminile.
E anche dal punto di vista dell’efficacia, le informazioni che si hanno non sono obiettive e
rispondenti a effettiva verità. Nel testo le autrici citano un calcolo realistico che fissa in 6
gravidanze quelle indesiderate all’anno che si verificano ogni 100 donne che assumono la pillola.
Quindi, per 100 donne che prendono la pillola per dieci anni, si avrebbero circa 60 gravidanze indesiderate…

Le conseguenze sul nascituro

Ma quello che ci preme qui prendere in considerazione sono gli effetti che l’assunzione della
pillola potrebbe avere sul futuro eventuale bimbo che dovesse nascere dopo un consumo prolungato della stessa.
Innanzi tutto, e ancor prima, la pillola può avere effetti sulla fertilità, nel senso che non sono
senz’altro poche le donne che hanno avuto o hanno problemi a rimanere incinta dopo un uso prolungato
di questo contraccettivo. In effetti, ciò è di facile comprensione, dato che l’introduzione di
ormoni extra nell’organismo può squilibrare facilmente il delicato equilibrio ormonale su cui si
basa il complesso meccanismo del concepimento e della gravidanza. La tempesta ormonale influisce
inoltre sull’equilibrio nutrizionale, dato che interviene nel metabolismo dei cibi, con conseguente
accumulo di grassi che normalmente constatiamo nelle donne che sotto pillola tendono a ingrassare. Una gravidanza iniziata in queste condizioni è tutt’altro che salutare.
Ma i più rimarchevoli effetti avversi per chi resta incinta dopo aver usato la pillola sono i
livelli assai ridotti di acido folico e di zinco. L’acido folico (o vitamina B9) è essenziale allo
sviluppo fetale. Una sua carenza espone a un rischio cinque volte superiore di avere un bambino con
difetti agli arti e a un’incidenza maggiore di anomalie congenite, spina bifida e sindrome di Down.

Gli scarsi livelli di zinco causano invece alla donna smagliature, il formarsi di un perineo rigido,
travagli prolungati e ragadi ai capezzoli. Inoltre, questa carenza è stata messa in correlazione con
la depressione post-partum, a causa di livelli di rame troppo alti che non si abbassano dopo il
parto proprio per i bassi livelli di zinco, che è il suo naturale equilibratore.
I bimbi nati con carenza di zinco, poi, piangono spesso e sono inquieti e inconsolabili. Lo zinco è
un minerale insostituibile per un sistema immunitario forte del bambino, per il suo cervello,
muscoli e ossa. La sua carenza è anche correlata all’asma, ad anomalie congenite, a una serie di
ritardi nello sviluppo fetale e a problemi di apprendimento e di iperattività (soprattutto nei bimbi
maschi che hanno una richiesta maggiore di questo elemento a livello testicolare, per i normali bisogni fisiologici).

Altri rischi collegati all’uso della pillola sono la comparsa di allergie (nei bambini) e di infezioni da candida (nella donna in gravidanza che viene trasmessa al bambino).
Una riflessione sull’uso dei questo medicinale ormonale va quindi fatto sin da subito in termini generali e ancor più se si pensa a una eventuale futura gravidanza.
In gravidanza post-pillola ci sono anche rischi maggiori di aborti spontanei per ridotto livello di globuli rossi e folati nel primo trimestre di gestazione.
Siccome poi l’assunzione della pillola riduce anche la presenza di selenio, si riscontrano aumentati rischi di procreare bambini con la sindrome di Down.

Programma detox pre-concepimento

Il problema più grande rimane quello di chi resta incinta durante l’assunzione della pillola
anticoncezionale e non se ne accorge immediatamente. Questo, sempre secondo gli studi riportati
dalle autrici, può comportare rischi maggiori di deformazioni fetali agli arti, difetti al cuore e anomalie agli organi riproduttivi nel bambino.
Le autrici consigliano quindi di smettere di utilizzare la pillola o altro contraccettivo chimico
almeno due mesi prima del concepimento. Consigliano invece di iniziare quattro mesi prima con un
buon programma disintossicante e ricostituente per entrambi i futuri genitori. Questo programma
prevede l’assunzione di integratori multivitaminici, un’alimentazione sana, niente zuccheri, alcool,
sigarette, caffeina o droghe, la cura di eventuali allergie, il risanamento dell’habitat domestico
dal punto di vista degli inquinanti ambientali, l’evitare gli stress e il rimettersi in forma con agopuntura e altre terapie non convenzionali.
Un capitolo di non poca importanza è dedicato, nel libro, alla valutazione e illustrazione degli
attuali metodi contraccettivi naturali che possono anche essere integrati tra loro per una superiore
efficacia. Oggi abbiamo una maggiore disponibilità di informazioni sulla fisiologia del
concepimento, che ci permette di agire in sicurezza e senza effetti collaterali così pericolosi per la salute della donna e del bambino.
Un libro, quindi, di grande utilità e di sicuro interesse per molti e che accogliamo e segnaliamo con piacere.

Tratto da Scienza e Conoscenza n. 38.

Scienza e Conoscenza n. 38
Editore:Scienza e Conoscenza – Editore
Data pubblicazione:Ottobre 2011
Formato:Rivista – Pag 80 – 19,5×29
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-n-38.php?pn=1567

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