GIOVANNI KEPLERO e la Musica delle Sfere

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GIOVANNI KEPLERO

e la Musica delle Sfere

di David Plant

“I movimenti celesti … non sono nient’altro che un canto ininterrotto per molte voci
percepito non dall’orecchio, ma dalla mente, una melodia figurata
che traccia dei punti di riferimento nell’incommensurabile fluire del tempo”

Informazioni su Keplero

Johannes Keplero nacque il 6 Gennaio 1572 ( NS ) a Weil-der-Stadt in Svevia, Germania. Suo nonno fu
il sindaco della città ma il patrimonio di famiglia si stava esaurendo. Suo padre era un soldato di
ventura prepotente che si guadagnava da vivere in maniera incerta come mercenario e abbandono’ la
famiglia quando Johannes aveva 17 anni. Sua madre, la figlia di una locandiera, aveva la fama di
essere una strega. Essendo nato prematuramente, Johannes rimase sempre debole e delicato. Visse
un’infanzia solitaria e infelice, ma almeno il sistema educativo relativamente illuminato creato dal
regnante Duca di Wurttemburg in Svevia gli fu di notevole aiuto. Con l’obiettivo di arruolare le
menti più’ brillanti nel Clero Protestante, un sistema di sussidi e borse di studio era disponibile
per i bambini (maschi) promettenti delle famiglie povere, e, a dispetto della sua poca salute,
Johannes mostrava già un enorme talento.

Il periodo della scuola, sebbene dal punto di vista accademico molto soddisfacente, fu senza dubbio
miserando. La sua spiccata intelligenza irritava i suoi compagni di scuola, che spesso lo
picchiavano pesantemente. Egli stesso si considerava fisicamente ripugnante (lasciando adito al
“rifiuto per il bagno, come i cani”), sicuramente un diverso, un outsider. Si dovette rivolgere al
mondo astratto delle idee per fuggire da quello reale e trovò un conforto in un convincimento
duraturo di tipo religioso.

Nel 1587 Keplero andò all’Università di Tubingen dove dimostrò di essere un eccellente matematico.
Divenne inoltre un sostenitore della controversa teoria Copernicana del Sistema Solare, teoria che
spesso difese in dibattiti pubblici. In quel periodo Keplero non era particolarmente interessato
all’ Astronomia. L’idea di un Universo eliocentrico aveva su di lui un’attrazione quasi mistica.
Voleva diventare un uomo di Chiesa e, quando si laureò nel 1591, entrò a far parte della Facoltà di
Teologia a Tubingen. Prima di sostenere il suo ultimo esame, comunque, venne raccomandato per un
posto vacante di insegnante di Matematica e Astronomia alla scuola Protestante di Graz in Austria,
impiego che egli accettò nell’ Aprile del 1594, all’età di 23 anni. A quel tempo non c’era una netta
distinzione tra Astronomia e Astrologia, infatti tra i suoi doveri di matematico, Keplero aveva il
compito di pubblicare un Almanacco Annuale di previsioni astrologiche. Nel suo primo Almanacco
preannunziò un Inverno eccezionalmente freddo ed un’incursione in Austria da parte dei turchi.
Quando entrambe le previsioni si realizzarono, si guadagnò inaspettatamente la reputazione di
profeta.

Il Mistero del Cosmo

Il 19 Luglio 1595 ( NS ), un’improvvisa rivelazione cambiò il corso della vita di Keplero. Mentre si
stava preparando per una lezione per la sua classe di Geometria, disegnò sulla lavagna la figura di
un triangolo equilatero inscritto in un cerchio, nel quale era a sua volta inscritto un secondo
cerchio. Si rese conto che il rapporto dei due cerchi replicava quello tra le orbite di Giove e di
Saturno. In un lampo di genio, riuscì a vedere le orbite di tutti i pianeti intorno al Sole
sistemate in modo che figure geometriche regolari si adattassero quasi perfettamente tra loro. Mise
alla prova la sua intuizione usando figure piane bidimensionali – il triangolo, il quadrato, il
pentagono, etc. – ma non ci riuscì. Siccome lo spazio è tri-dimensionale, proseguì con esperimenti
con solidi geometrici a tre-dimensioni.

Gli studiosi di Geometria dell’ Antica Grecia sapevano che il numero di solidi che possono essere
costruiti attraverso figure geometriche regolari e’ limitato a 5. Sono indifferentemente conosciuti
come solidi “perfetti”, “Pitagorici” o “Platonici”. Keplero ipotizzò che uno dei 5 solidi avrebbe
potuto essere inserito tra ogni sfera planetaria concentrica. Questo sembrò spiegare come mai ci
fossero 6 pianeti (Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno) con 5 intervalli tra loro, e come
mai gli intervalli fossero così irregolari. Convinto di aver scoperto una sottile relazione
geometrica tra diametri delle orbite dei pianeti e le loro distanze dal Sole, Keplero scrisse
“Mysterium Cosmographicum” ( Il Mistero del Cosmo ), pubblicato nel 1596. Lo schema funzionava
discretamente bene con le distanze planetarie poi accettate, però anche lo stesso Keplero riusciva a
vedere che non era perfetto. Assumendo che dati migliori sulle orbite dei pianeti avrebbero
confermato la sua teoria, Keplero dedicò il resto della sua vita a sostenere la sua intuizione
attraverso osservazioni scientifiche e dimostrazioni strettamente matematiche.

Nel suo tentativo di trovare delle leggi matematiche per spiegare il mistero del Cosmo, Keplero
superò ostacoli in apparenza insormontabili per la sua vita privata e professionale e si elevò fino
a diventare uno dei nomi immortali nell’ Astronomia europea. Il suo piu’ grande successo fu la
formulazione delle Leggi del Moto dei Pianeti, che costituirono un fondamentale momento di rottura
con la tradizione astronomica nel descrivere le orbite dei pianeti come ellittiche piuttosto che
circolari e nel riconoscere che la velocità’ di un pianeta non e’ uniforme, ma varia durante le
differenti fasi della sua orbita.

Le prime due Leggi furono presentate pubblicamente nel 1609 in “Astronomia Nova” (La nuova
Astronomia). I seguenti 9 anni servirono a formulare la terza legge, la quale stabiliva una
relazione tra la distanza di un pianeta dal Sole e il tempo necessario a completare la sua orbita.
Questa venne espressa in “Harmonice Mundi” (L’ Armonia del Mondo), pubblicata nel 1618. Nel loro
insieme le Leggi di Keplero soppiantarono l’ antico concetto tolemaico di un universo sferico con un
movimento epiciclico. Esse fornirono la base sulla quale Isaac Newton avrebbe poi costruito la sua
teoria epocale della gravitazione universale verso la fine del XVII secolo.

Per lo stesso Keplero, comunque, le leggi dei pianeti rappresentarono molto più della descrizione di
un meccanismo fisico. Nella tradizione del leggendario filosofo greco Pitagora (6 sec. A.C.) Keplero
non scorgeva scienza e spiritualità come una reciproca esclusiva. Il significato più profondo delle
leggi di Keplero è riscontrabile nel fatto che esse riconciliano la visione emergente di un sistema
planetario eliocentrico con un antico concetto pitagorico di “armonia” o di armonia universale

L’Armonia Celeste

Pitagora scoprì che il tono di una nota musicale dipendeva dalla lunghezza della corda che la
produce. Questo gli permetteva di mettere in relazione intervalli della scala musicale con semplici
rapporti numerici. Quando un musicista suona una corda fermandosi esattamente alla metà della sua
lunghezza, produce un’ottava. Quest’ottava ha la stessa qualità sonora della nota prodotta da una
corda non fermata, ma, siccome vibra al doppio della frequenza, viene percepita ad un tono più alto.
La relazione matematica tra la nota di chiave e la sua ottava viene espressa come una “proporzione
di frequenza” di 1:2. In ogni modello di scala musicale, le note procedono in una serie di
intervalli dalla nota di chiave all’ottava superiore o inferiore.

Note separate da intervalli di una perfetta quinta (2:3) e una perfetta quarta (3:4)sono sempre
state i più’ importanti accordi nella musica occidentale. Nel ravvisare queste proporzioni, Pitagora
scoprì le basi matematiche dell’ armonia musicale.

In un certo senso Pitagora ha anche inventato la scienza occidentale. Associando misurazioni di
lunghezza con toni musicali, egli compì la prima riduzione conosciuta di una qualità (del suono) in
una quantità. La comprensione della natura attraverso le scienze matematiche rimane un obiettivo
primario per la scienza oggi. Ma Pitagora ha inoltre riconosciuto che l’ottava musicale è la più
semplice e profonda espressione della relazione tra spirito e sostanza. Il “miracolo dell’ottava”
consiste nel fatto di dividere l’interezza in due parti distinguibili all’udito, ma che restano
riconoscibili come la stessa nota musicale – una manifestazione tangibile della massima ermetica
“come in cielo, così in terra”. Sebbene poco duratura, ma di grande influenza, la Scuola pitagorica
cercò di unire “religione e scienza, matematica e musica, medicina e cosmologia, corpo, mente e
spirito in una sintesi ispirata e luminosa”.

I Pitagorici usavano la musica per curare il corpo e per elevare l’anima; inoltre essi credevano la
musica terrena non fosse nient’altro che un flebile eco dell’universale “armonia delle sfere”.
Nell’antica cosmologia, le sfere planetarie si elevavano dalla Terra al Cielo come una scala a
pioli. Si diceva che ogni sfera corrispondesse ad una nota differente di una grandiosa scala
musicale. I particolari toni emessi dai pianeti dipendevano dalle proporzioni delle loro rispettive
orbite, proprio come il tono di una corda della lira dalla sua lunghezza. Un altro genere di scala
celeste collegava i toni dei pianeti alle loro apparenti velocità di rotazione attorno alla Terra.
La musica delle sfere non fu mai un sistema fisso di corrispondenze. Esistevano molti schermi
diversi proprio perché ogni filosofo tendeva ad avvicinarsi ad esso da prospettive leggermente
differenti. Il muscologo Joscelyn Godwin commenta: “l’armonia celeste del sistema solare … è di
una portata e di una complessità musicale tale che nessun singolo tentativo di avvicinamento
potrebbe spiegarla fin nei minimi dettagli. Il più vicino potrebbe arrivare a comprenderla come un
tutt’uno considerando qualche grande opera musicale e pensare alla varietà di studi introduttivi che
potrebbero essere fatti, nessuno dei quali capace di coglierne qualsiasi aspetto come parte di una
unità.”

Platone, Plinio, Cicerone e Tolomeo sono fra i filosofi del mondo antico che considerarono la musica
delle sfere. La dottrina venne trasmessa all’Europa del MedioEvo, dove essa trovò la sua espressione
più gloriosa nell’architettura delle maestose abbazie e cattedrali, deliberatamente disegnate per
adattarsi alle proporzioni dell’armonia musicale e geometrica. L’ ermetico inglese Robert Fludd
(1574-1637 ) immaginò grandi scale celesti che misuravano 3 ottave e livelli di esistenza collegati
fra i mondi primitivi sub-planetari ai cori esultanti di intelligenze angeliche oltre le stelle. Le
stupende incisioni che illustrano i lavori enciclopedici di Fludd sono annoverate tra le descrizioni
più complete della cosmologia pre-Copernicana mai concepite.

Gli ideali di armonia pitagorica ispirarono lo stesso Copernico. Niccolò Copernico (1473-1543) spese
la maggior parte della sua vita nella città fortificata di Frauenburg in Prussia adempiendo ai
doveri amministrativi come canonico del capitolo cattedrale [ N.d.T.: collegio di ecclesiastici
addetti ad una chiesa; se si tratta di una chiesa cattedrale, dicesi “capitolo cattedrale” e i suoi
membri sono i canonici ] e dedicando il resto della sua esistenza alla contemplazione delle armonie
del cosmo. Gli ingombranti principi matematici propri della speculazione pitagorica, con il suo
labirinto di epicicli prodotti per innesto in modo da riconciliare le diverse discrepanze frutto di
osservazioni, offesero il suo senso pitagorico della proporzione. Egli comprese che un sistema
eliocentrico non solamente forniva previsioni migliori sul movimento dei pianeti, ma poteva venire
anche espresso attraverso una geometria più elegante – per l’immensa gloria di Dio, il Creatore.

I primi entusiasmi di Keplero per il sistema Copernicano furono ispirati dallo stesso senso di
idealismo. Egli poteva rapidamente accettare il Sole come centro del sistema planetario, ma la
necessità di orbite circolari che si respingevano tra loro arrivò come uno shock. Il cerchio e’ un
simbolo primitivo di armonia e perfezione; Keplero si allontanò disgustato quando un rigonfiamento
sgradevole cominciò ad emergere dalla sua analisi dell’orbita di Marte. Inoltre le orbite ellittiche
manifestavano alla fine uno schema di armonia celeste più sottile e profondo di qualsiasi altro in
precedenza.

La Prima Legge di Keplero afferma che il moto dei pianeti ha la forma di un’ellisse e che il Sole
non si trova esattamente al centro di queste orbite. Ogni pianeta si muove tra il punto più vicino
al Sole, chiamato Perielio, e il punto più’ lontano ad esso, detto Afelio.

La Seconda Legge afferma che i pianeti si muovono più velocemente nei pressi del Perielio che in
quelli dell’ Afelio. Keplero misurò la loro velocità angolare in questi due punti (cioè quanto
velocemente essi vaggiavano in 24 ore in minuti e secondi di arco prendendo come riferimento il
Sole) ed espresse questa proporzione come un intervallo musicale. Ad esempio, Saturno si muove ad
una velocità di 106’’ al giorno nel punto di Perielio e a 135’’ all’Afelio. Bilanciando le due
misurazioni, la proporzione 106:135 diverge solamente di 2 secondi da quella 4:5 – equivalente ad un
intervallo di una terza maggiore. Keplero scoprì che le velocità angolari dei pianeti corrispondono
in maniera molto precisa agli intervalli musicali. Quando egli confrontò i valori nei punti estremi
per paia combinate di pianeti, i risultati furono ancor più sorprendenti, producendo gli intervalli
di una scala completa. Perciò, il rapporto tra la velocità massima di Giove e la minima di Marte
corrisponde ad una terza minore; l’intervallo tra la Terra e Venere ad una sesta minore. Piuttosto
che la scala planetaria di toni prefissati degli schemi iniziali, le misurazioni di Keplero hanno
rivelato corde ed armonie polifoniche in perenne cambiamento come i pianeti si muovono tra il
Perielio e l’ Afelio. Inoltre egli ha avuto il merito di aver spostato il centro di attenzione sulle
armonie celesti dalla Terra al Sole: “D’ora in poi non sarà più un’armonia creata a beneficio del
nostro pianeta, ma la canzone che il cosmo suona al suo signore e al suo centro, il Sole-logos”

I materialisti scientifici sono stati inclini ad accantonare la dimensione spirituale del lavoro di
Keplero, considerandola o come un residuo di un medioevalismo profondamente radicato che Keplero non
fu capace di abbandonare, oppure, ancor meno benevolmente, come le fantasticherie di una mente
troppo sfruttata. La sua visione della musica delle sfere, comunque, è basata su fatti concreti come
le misurazioni astronomiche. L’ Astronomo Fred Hoyle concorda con il fatto che la corrispondenza tra
rapporti musicali e velocità dei pianeti come descritta da Keplero sia “spaventosamente buona”.
L’allievo di Keplero Francis Warrain ha avuto il merito di ampliare le ricerche del proprio maestro
e scoprire che la velocità angolare di Nettuno, Urano e Plutone, che non erano stati ancora scoperti
durante la vita di Keplero, corrispondevano anch’essi a delle proporzioni armoniche. La musica delle
sfere è molto di più di una stupenda intuizione poetica. Le dinamiche del sistema solare, enunciate
per la prima volta dal genio matematico di Keplero, sono direttamente analoghe alle leggi dell’
armonia musicale.

Keplero e l’ Astrologia

Anche se egli divenne immediatamente famoso per l’accuratezza delle sue previsioni e registrò un
numero impressionante di successi durante la sua carriera, il suo atteggiamento verso l’ Astrologia
tradizionale fu ambivalente e complesso. Nel tentativo di districarlo, possiamo almeno cominciare
comprendendo la nozione per la quale egli rifiutò l’Astrologia subito. Nella storia ufficiale del
progresso scientifico, l’importanza dell’Età della Ragione e della Rivoluzione industriale venne
proiettata in quelle brillanti menti matematiche che riuscirono a chiarire le leggi del moto dei
pianeti. Sembrava inconcepibile che egli potesse esser stato contaminato dalla superstizione
medioevale per l’ Astrologia. Come la passione di Isaac Newton per l’alchimia e la teologia, questa
aberrazione venne interpretata erroneamente nel caso migliore, oppure, cosa che effettivamente
accadde, travisata in una distorsione della verità.

La famosa metafora di Keplero che paragonava l’Astrologia alla “figlia impazzita” di una “madre
saggia” (l’ Astronomia) viene spesso citata come una prova della sua incredulità. Vista nel suo
contesto, comunque, questa figlia impazzita rappresenta un particolare tipo di Astrologia –
l’Astrologia popolare – che non era la favorita di Keplero. Egli fu sempre estremamente attento a
distinguere la sua visione riverente delle armonie celesti dalla pratica degli Astrologi poco
professionali e degli “almanaccai” “che preferiscono occuparsi di vaneggiamenti deliranti per le
masse ignoranti”. L’Astrologia praticata da Keplero era completamente ad un altro livello. Prima di
condannarlo per questo suo atteggiamento che potrebbe essere visto come un atto di evidente snobismo
intellettuale, bisognerebbe comunque considerare quanti Astrologi “seri” odierni si relazionano nel
suo stesso modo alle previsioni giornaliere sui periodici. Keplero non è stato il primo, né sarà
l’ultimo astrologo a trattare in modo sprezzante coloro che praticano apparentemente forme inferiori
di arte. La sua disapprovazione deriva dalla sua convinzione che l’ Astrologia sia una rivelazione
divina, “una testimonianza del lavoro di Dio e … in nessun modo una cosa frivola”.
Sfortunatamente, il suo stipendio di Matematico Imperiale venne pagato di rado (alla fine della sua
carriera la tesoreria imperiale gli doveva 20000 fiorini); così egli fu obbligato a raggranellare
dei guadagni attraverso le consultazioni di clienti facoltosi e redigendo gli Almanacchi Astrologici
per quelle “masse ignoranti” che egli così tanto disprezzava. A malincuore Keplero riconobbe che “la
madre sarebbe potuta morire di fame se sua figlia non avesse guadagnato nulla”. In un altro modo di
dire, egli voleva che quei professori acculturati che erano diventati scettici nei confronti
dell’Astrologia gettassero, con molta probabilità, fuori casa la bambina insieme con l’acqua del
bagno” se l’avessero rifiutato completamente.

Quindi Keplero fu senza dubbio un astrologo, seppur completamente irrispettoso della tradizione
astrologica. Le sue idee possono sembrare radicali anche per gli standards dell’ Astrologia
tradizionale odierna. Per prima cosa, egli rifiutò l’uso delle 12 case come “stregoneria araba”.
Sebbene accettasse l’importanza degli angoli, egli non riusciva a capire la giustificazione per la
divisione convenzionale delle case. Ad uno dei suoi corrispondenti scrisse: “Dimostrami quelle case
antiquate. Spiegami il loro numero, provami che non ce ne potrebbero essere di meno o di più …
portami degli esempi certi e sorprendenti dela loro influenza”. Egli si spinse così oltre da
dubitare della validità dei segni dello Zodiaco, sostenendo che essi provengono da una convenienza
di ragionamento e di calcolo invece che da una divisione naturale dei cieli. Egli non aveva tempo
per gli schemi elaborati della sovranità planetaria dei segni e non vedeva la ragione per cui alcuni
pianeti potessero essere classificati come benefici e altri come malefici.

Keplero non lasciò nessuna consuetudine astrologica incontestata. Il suo continuo rigoroso esaminare
suggerì un’ imponente riforma dell’Astrologia; Ken Negus l’ha paragonata alla Riforma che Martin
Lutero portò nella Chiesa. Il tentativo di Keplero di epurare l’Astrologia sembra rimandare al
concetto di Catarsi pitagorica – una purificazione frenetica dell’anima intrapresa per ripristinare
l’armonia divina. Più prosaicamente, si dovrebbero considerare i monumentali cambiamenti avvenuti
nell’Astronomia teorica durante il 16° e il 17° sec. Queste antiche dottrine aristoteliche che
diedero una credibilità scientifica all’Astrologia stavano velocemente crollando. Copernico spostò
la Terra dal centro dell’Universo; Tico dimostrò che i cieli “immutabili” erano soggetti a
cambiamenti quando nuove stelle risplendevano in cielo; il telescopio di Galileo aprì dimensioni
impensate da Tolomeo; lo stesso Keplero frantumò definitivamente i movimenti limpidi e circolari
delle orbite planetarie. Egli intuì che l’Astrologia si sarebbe dovuta adattare alla nuova
Astronomia se avesse voluto andare al passo con il progresso scientifico.

I Nuovi Aspetti

L’aspetto chiave della riforma proposta da Keplero e’ il suo approccio agli aspetti. L’Astrologia
tradizionale ammette 5 relazioni significative, basate sulla divisione in dodici parti dei segni
dello Zodiaco. Tolomeo insegnò che il loro significato derivava dall’analogia con i rapporti della
scala musicale. La Congiunzione equivale alle stesse due note suonate all’unisono. L’Opposizione
divide il cerchio in una proporzione 1:2, che corrisponde alle ottave. Il Sestile ( 5:6 )
corrisponde ad una terza minore, la Quadratura ( 3:4 ) ad una perfetta quarta, mentre il Trigono (
2:5 ) ad una perfetta quinta. Mettendo meno enfasi sui segni zodiacali, inoltre, Keplero fu libero
di esplorare le relazioni di nuovi aspetti nella sua ricerca della sintesi pitagorica della musica,
della Geometria e dell’Astronomia.

I nuovi aspetti di Keplero si basano sulla teoria armonica e sono motivati dall’osservazione
empirica degli effetti astrologici. Dal suo studio a lungo termine sulle condizioni atmosferiche
associate agli angoli dei pianeti e da una dettagliata analisi della sua collezione di 800 date di
nascita, Keplero concluse che ogni qual volta i pianeti formano aspetti equivalenti a particolari
proporzioni armoniche, avviene una risonanza, sia nell’archetipo “Terra-Anima” che nelle anime di
quegli individui nati sotto quelle configurazioni. Egli considerò questa “impronta celeste” più
importante dell’enfasi tradizionale assegnata ai segni e alle case: “nel potere vitale degli esseri
viventi che si è acceso alla nascita, proprio lì arde quell’immagine ricordata…” L’impronta
geometrica armonica costituisce “la musica che spinge l’ascoltatore a danzare” come i movimenti dei
pianeti, attraverso i transiti e le direzioni, fanno eco e rimandano al tema natale. In aggiunta
agli aspetti di Tolomeo, Keplero propose il quintile ( 72°), il bi-quintile (144°) e il
sesqui-quadrato ( 135°). Estendendo l’analogia della scala musicale, il quintile corrisponde
all’intervallo di una terza maggiore (4:5), il sesqui-quadrato ad una sesta minore (5:8) e il
biquintile ad una sesta maggiore (3:5)

Keplero si rese conto che molte altre configurazioni erano possibili, ma le rifiutò per ragioni
estetiche. Gli aspetti di Tolomeo ed i 3 suoi nuovi diedero un’attraente corrispondenza con gli
accordi della scala musicale, altri rapporti di aspetti avrebbero prodotto solamente disaccordo. I
principi matematici dell’armonia musicale sono direttamente correlati alla geometria – che Goethe
descrisse come “musica congelata”. Keplero rifiutò aspetti basati su figure geometriche come
l’ettagono a sette lati e l’ennagono a nove lati, perché non possono essere costruiti con la riga e
il compasso – gli unici strumenti permessi nella Geometria classica. Egli giudicò simili “figure”
come “inconoscibili” e dichiarò che “Dio non si avvale del ettagono e delle altre figure di questa
specie per abbellire il mondo”.

I nuovi aspetti furono prontamente adottati dagli Astrologi, sebbene forse non con quello spirito
che Keplero si era augurato. William Lilly scrisse “Astrologia cristiana” nel 1647, meno di 20 anni
dopo la morte di Keplero. Nel capitolo sugli “Effetti delle direzioni”, Lilly diede le istruzioni
per trovare non solo il quintile, il bi-quintile e il sesqui-quadrato, ma anche il semi-sestile
(30°), il semi-quintile (36°), il semi-quadrato (45°) e il sesqui-quintile ( 108°). La sua lunga
analisi delle direzioni nel tema di nascita di “un mercante inglese” diede dei primi esempi dei
nuovi aspetti nell’interpretazione pratica. Ad esempio, la direzione dell’ M.C. di sesqui-quadrato a
Marte “potrebbe mettere in pericolo, in qualche piccola misura, la fama del soggetto a causa di
false calunnie”. L’ascendente in quintile a Mercurio suggerisce che egli “dovrebbe ora correggere i
suoi libri contabili e ricevere grande beneficio da uomini mercuriali”. Gli aspetti basati sul
quintile fanno emergere come “mitemente giovevoli” nei loro effetti; quelli invece basati sul
quadrato come “leggermente nocivi” – che divenne il libro di testo standard sull’interpretazione
degli “aspetti minori” dal tempo di Lilly a oggi.

Più in linea con l’atteggiamento radicale di Keplero sono gli insegnamenti della Scuola di Amburgo
del 20° sec., che nacque nel 1913 quando l’appassionato di Astrologia Alfred Witte (1878-1941) fu
invitato a tenere un discorso all’ Hamburg Kepler Circle. Il sistema dei “quadri planetari” di
Witte, basato su combinazioni del punto medio, fu in seguito sviluppato da Rheinhold Ebertin
(1901-1988), autore dell’indispensabile “Combinazione delle influenze stellari”. Lo spirito di
Keplero aleggia anche nell’Astrologia armonica sviluppata da John Addey (1920-1982), tuttavia con
interessanti distinzioni nel fatto che, dove Keplero si interessò delle scale musicali e delle
armonie, le forme dell’onda armonica di Addey sono più suggestive nel ritmo e nel tempo.

Sebbene raramente articolato, il concetto di armonia universale fluisce come una corrente
sotterranea attraverso la filosofia dell’Astrologia negli anni. In questo senso, Johannes Keplero,
il primo astrologo moderno, appartiene ad una tradizione più ampia che collega pensatori
apparentemente molto diversi fra loro come Pitagora e Tolomeo, Robert Fludd e John Addey, Gurdjieff
e Rudolph Steiner. Nessuno può vantare un monopolio sulla verità. Ogni singolo astrologo, a dispetto
di stile e tecnica, è sintonizzato con la sua propria straordinaria variazione della “canzone degli
angeli”, la musica delle sfere celesti che tutto permea.

da www.armonics.net/articoli/keplero.html

Traduzione di Angel tutti i diritti riservati

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