E’ possibile evitare la crisi? di Marco Ferrini

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E’ possibile evitare la crisi?

di Marco Ferrini

E’ importante considerare che i benefici ed eventuali passi evolutivi non derivano solo da esperienze piacevoli e appaganti, ma anche dagli errori che facciamo, purché ne sappiamo trarre vantaggio risollevandoci e correggendoci. Se esaminati attentamente, i nostri errori non hanno valore minore dei nostri successi. Ma le persone sono più inclini a ricordare i successi e dimenticare i fiaschi…

L’importante é non dimenticare la lezione appresa!

Altra considerazione è che non impariamo soltanto dai nostri successi, ma anche da quelli degli altri, così come non soltanto dai nostri fiaschi, ma anche da quelli altrui.

Capita di conoscere persone che hanno sempre operato con fatica e impegno e poi, presi da un’improvvisa passione, in pochi minuti o pochi giorni, le vediamo grondanti di sofferenza per aver rovinato una vita costruttiva. Perché ciò accade? Perché le persone possono precipitare in un momento di crisi senza parlarne, senza riconoscere le emozioni di cui sono in preda e che le inducono ad agire senza riflettere.

Individuare le emozioni tossiche che operano favorisce la lucidità mentale e il controllo delle azioni.

Trascurare le conseguenze e insistere nel commettere errori gravi è, invece, causa di perdita repentina della giovinezza, della salute, di fortune economiche e di relazioni. Ci possiamo giocare i valori, i fondamentali della nostra vita se non riconosciamo il momento di crisi e non esaminiamo quel che avviene interiormente oppure lo facciamo con le persone sbagliate. Si dovrebbe evitare di avere un solo consigliere, così come di averne troppi.

Motivare significa “dare una mossa” alla persona, le emozioni sono quelle esperienze emotive che danno l’energia e la spinta ad agire. Noi siamo responsabili nel governare le nostre emozioni e compiere le azioni più idonee.

E’ quindi possibile evitare la crisi?
Nella vita ogni individuo deve confrontarsi con la crisi, che implica tensioni e conflitti emotivi.

Il fatto che non abbiamo ancora avuto quell’esperienza non è garanzia che non la faremo mai, e neanche che la faremo esattamente come vissuta da altri e di cui siamo stati testimoni.

La crisi è una normalità nella vita umana, vi sono micro-crisi, macro-crisi, crisi intense, crisi blande, crisi brevi, medie o lunghe e l’esperienza di crisi può ripetersi molte volte nell’arco dell’esistenza.

Dobbiamo divenirne consapevoli, prepararci e non pensare di essere inattaccabili, invulnerabili. Attraversiamo una moltitudine di crisi durante la nostra vita, ancor più di quanto crediamo.

Possiamo riconoscere o non riconoscere lo stato di crisi, ma affrontarlo implica l’imparare a trattarlo.

La crisi è di fatto uno stimolo continuo che richiama a un’evoluzione dinamica, a stabilire nuovi equilibri. Noi non siamo nati per stagnare e mantenere uno status quo nel quale galleggiare.

Per questo la crisi deve essere colta come un’opportunità, perché non abbiamo possibilità di cavarcela se immaginiamo di rimanere quel che siamo o ci attacchiamo al passato rimpiangendo ciò che eravamo.

Siamo fatti per evolvere e la nostra soddisfazione è direttamente proporzionale al nostro trend evolutivo. La felicità non esisterebbe di per sé e diverrebbe infelicità se avviassimo il processo di involuzione.

Attraverso la pratica della virtù nella vita si evolve, ma non si può praticare la virtù senza conoscenza e la conoscenza senza virtù non ha nessun valore.

Una vita dinamica non equivale ad una vita frenetica, che è invece segno di avvio alla distruzione di tutto ciò che si è realizzato, iniziando da se stessi; la sola dinamicità non è di per sé un segno positivo, lo è il processo di un’evoluzione dinamica.

Imparare a gestire la crisi significa imparare a gestire gli eventi, anche quelli più negativi, senza rimanerne travolti, ma cogliendo la preziosa opportunità di elevare la propria consapevolezza, facendo riferimento a quei valori universali che permettono di andare con la coscienza e con il cuore oltre l’ostacolo.

La felicità non è un’utopia se impariamo a camminare nel mondo in armonia con l’Ordine divino che regola la vita del cosmo e di ogni essere. Allora, ogni passo che compiamo su questo illuminato sentiero rompe un equilibrio, ma soltanto per costruirne uno superiore.

da www.marcoferrini.net/

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