Cos’è la P.N.L.

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Cos’è la P.N.L.

P.N.L. (Programmazione Neuro Linguistica)
 
La programmazione neurolinguistica e’ un modello di quel particolare mondo di magia e illusione costituito dal comportamento e dalla comunicazione umani; e’ lo studio delle componenti della percezione e del comportamento che rendono possibile la nostra esperienza. Con l’espressione programmazione neurolinguistica indichiamo quello che a nostro giudizio e’ il procedimento fondamentale usato da tutti gli esseri umani per codificare, trasferire, guidare e modificare il comportamento.
Bandler e Grinder

La Programmazione Neuro-Linguistica (PNL per semplicita’) e’ un insieme potente ed elegante di tecniche e di modelli (anche se i suoi fondatori, Bandler e Grinder, parlano soprattutto di “atteggiamento mentale“) per una piu’ efficace definizione dei propri obiettivi, una migliore abilita’ comunicativa, una maggiore capacita’ di motivazione e di automotivazione, una comprensione piu’ profonda di se stessi e degli altri. Generalmente si usa definirla come “lo studio della struttura dell’esperienza soggettiva”.
 
In altre parole e’ lo studio, attraverso il linguaggio verbale e non verbale, di come “filtriamo” con griglie percettive (Sistemi Rappresentazionali, Submodalità, Metaprogrammi) e cognitive (Credenze, Valori, Criteri) le informazioni che ci provengono dall’ambiente esterno o interno, e di come le organizziamo in schemi coerenti e standardizzati di comportamento per la realizzazione di un obiettivo.
E’ un po” come chiedersi, davanti ad una bella torta, il segreto della sua ricetta: quali e quanti ingredienti ha utilizzato il pasticciere che l’ha preparata, in quali dosi esatte, con quale ordine preciso e per quanto tempo li ha miscelati. Proviamo ora a definirla in altro modo partendo proprio dal suo nome.
 
La parola “Neuro” sta ad indicare che i processi neurologici sono alla base di ogni comportamento umano.
La parola “Linguistica” ci suggerisce l’idea che questi processi sono tradotti, cioe’ rappresentati, da un codice linguistico e che proprio attraverso di esso sono in una certa misura inferibili.
Infine la parola “Programmazione” sta infine a significare che sequenze ordinate, e non casuali, di determinati processi neurologici hanno come esito uno specifico comportamento.
 
La PNL e’ una neuroscienza nata agli inizi degli anni ’70 in California, dagli studi di Richard Bandler, un matematico, e di John Grinder, un linguista. E’ stata definita “l’arte di provocare cambiamenti” ed e’ una delle tecniche di comunicazione piu’ accreditate e diffuse nel mondo. Bandler e Grinder hanno studiato e codificato le strategie dei piu’ grandi terapeuti di quei tempi, (Virginia Satir, Milton Erickson e molti altri), ricavandone un potente e versatile modello che è oggi applicato ai campi più disparati: in campo medico e psicoterapeutico, dalla pubblicita’ alla formazione del personale, dallo sport all’insegnamento.
 
E’ lo studio di come il linguaggio, Verbale (le parole che diciamo), Paraverbale (tono, volume ritmo ecc) e Non-Verbale (i gesti e la postura) influisca sul nostro cervello, e permette di imparare a gestire i propri stati d’animo, modificare comportamenti dannosi, comunicar meglio con le persone che ci circondano ecc.
 
Viviamo esperienze e stimolazioni di ogni genere e siamo abituati a considerarle buone o cattive, giuste o sbagliate, ecc. Sono le esperienze di cio’ che noi chiamiamo “realta’ esterna” a condizionare continuamente i nostri stati interni (emozioni, pensieri, ecc.), quasi mai il contrario. Spesso non ci rendiamo conto che il processo e’ esattamente inverso! E’ proprio la nostra soggettiva realtà interna a modellare le situazioni esterne che ci troviamo a vivere, e’ il modo in cui cataloghiamo le esperienze e gli eventi che ci porta a vivere i nostri stati emotivi. Possiamo scegliere i nostri stati interni semplicemente rendendoci conto di questo processo e della sua potenza nel trasformare i nostri stati!
Il benessere o il malessere, il paradiso o l’inferno che viviamo giorno dopo giorno altro non e’ che il risultato del nostro modo di pensare alle cose, delle nostre convinzioni interne, delle nostre abitudini cognitive, della nostra incapacita’ a scegliere.
 
L’uomo si muove nel mondo utilizzando strategie di pensiero e di comportamento che sono per lo piu’ inconsapevoli.
 
La Programmazione NeuroLinguistica nasce dall’osservazione e dal modellamento delle strategie vincenti di grandi terapeuti come Virginia Satir, Milton H. Erickson, Fritz Perls. Questo studio, diretto da R. Bandler e J. Grinder negli anni ’70, su iniziativa dell’epistemologo G. Bateson, ha portato allo sviluppo di un modello (P.N.L.) capace di agire nel “profondo” (le strutture percettive e cognitive della mente umana) attraverso l’uso di un linguaggio emozionale capace di elicitarne le dinamiche. Le strutture di comportamento possono essere modificate operando in modo pragmatico.
 
Apprendere gli strumenti offerti dalla PNL permette di riconoscere le strategie di pensiero utilizzate e di agire su di esse in maniera mirata ed efficace, permette di potenziare le abilita’ cognitive (come percepiamo il mondo) e trasformare in benessere e creativita’ ogni esperienza della nostra vita.
La creativita’ attinge alla completezza delle nostre risorse e si realizza attraverso la sua espressione: la qualita’ della  nostra vita dipende dalla nostra abilita’ di comunicare!

 

Richard BandlerPNL: Programmazione neuro linguistica

 

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera

 

La programmazione neuro linguistica (PNL), in inglese Neuro-linguistic programming (NLP), è un approccio alla comunicazione, allo sviluppo personale e alla psicoterapia ideato in California negli anni 1970 del XX secolo da Richard Bandler (foto) e John Grinder. Il nome deriva dall’idea che ci sia una connessione fra i processi neurologici (“neuro”), il linguaggio (“linguistico”) e gli schemi comportamentali appresi con l’esperienza (“programmazione”), affermando che questi schemi possono essere organizzati per raggiungere specifici obiettivi nella vita. Ad oggi (2013), la programmazione neurolinguistica non ha validità scientifica.

 

Cenni generali
 
Definizioni
 
L’Oxford English Dictionary descrive la PNL come “un modello di comunicazione interpersonale che si occupa principalmente della relazione fra gli schemi di comportamento di successo e le esperienze soggettive (in particolare gli schemi di pensiero) che ne sono alla base” e “un sistema di terapia alternativa basato su questo che cerca di istruire le persone all’autoconsapevolezza e alla comunicazione efficace, e a cambiare i propri schemi di comportamento mentale ed emozionale”.
 
Secondo i fondatori del movimento, Richard Bandler e il linguista John Grinder, la PNL sarebbe strumentale “all’individuazione delle modalità per aiutare le persone ad avere vite migliori, più complete e più ricche”.
Essi coniarono il termine per denotare un presunto collegamento teorico fra i processi neurologici (“neuro”), il linguaggio (“linguistico”) e gli schemi comportamentali che sono stati appresi con l’esperienza (“programmazione”), sostenendo che questi schemi possono essere organizzati per raggiungere specifici obiettivi nella vita.
 
Bandler ha sostenuto che gli esseri umani siano letteralmente programmabili: “Quando ho cominciato usando il termine programmazione le persone si arrabbiarono veramente. Hanno detto cose come: ‘state dicendo che noi siamo come le macchine. Siamo esseri umani, non robot.’ Ciò che stavo dicendo veramente era proprio l’opposto. Siamo la sola macchina che può programmarsi. Siamo auto-programmabili. Possiamo impostare programmi deliberatamente progettati e automatizzati che funzionano da soli per occuparsi di noiose mansioni terrene, liberando così le nostre menti per fare altre cose più interessanti e creative.”

 

Concetti fondamentali
 
L’idea centrale della PNL è che la totalità dell’individuo interagisce nelle sue componenti (“linguaggio”, “convinzioni” e “fisiologia”) nel creare percetti con determinate caratteristiche qualitative e quantitative, l’interpretazione individuale di questa struttura significa il mondo. Modificando i significati attraverso una trasformazione della struttura percettiva (detta mappa, cioè l’universo simbolico di riferimento), la persona può intraprendere cambiamenti di atteggiamento e di comportamenti. La percezione del mondo, e consequenzialmente la risposta ad esso, possono essere modificate applicando opportune tecniche di cambiamento.
La PNL ha quindi tra gli scopi l’obiettivo a sviluppare abitudini/reazioni di successo, amplificando i comportamenti “facilitanti” (cioè efficaci) e diminuendo quelli “limitanti” (cioè indesiderati).
Il cambiamento può avvenire anche riproducendo (“modellando”) precisamente i comportamenti delle persone di successo allo scopo di creare un nuovo “strato” di esperienza (una tecnica chiamata modeling, o modellamento).

 

L’opinione degli autori
 
La PNL fu promossa in origine dai fondatori Bandler e Grinder negli anni settanta come una forma straordinariamente efficace e rapida di terapia psicologica, affermando che potesse essere d’aiuto nella cura di fobie e disabilità di apprendimento, addirittura tramite una singola sessione di un’ora.
Michael Heap in un articolo sulla PNL scritto nel 1988 per The Psychologist, la rivista mensile della Società psicologica britannica, riferisce di un annuncio sentito presso un seminario di PNL in cui si sosteneva che i problemi di pronuncia potessero essere eliminati in cinque minuti tramite un NLP Training Programme.
 
Bandler e Grinder scrissero in The Structure of Magic (1975) che “Il (…) desiderio in questo libro non è mettere in discussione la qualità magica della nostra esperienza su questi stregoni terapeutici, ma piuttosto indicare che questa magia che compiono – psicoterapia… come altre attività umane complesse quali dipingere, comporre musica, o mandare un uomo sulla luna – ha una struttura ed è, quindi, imparabile, date le risorse adatte. Nostra intenzione non è nemmeno sostenere che leggere un libro può assicurare che abbiate queste qualità dinamiche. Non desideriamo in particolare rivendicare che abbiamo scoperto “il giusto” o il più potente approccio alla psicoterapia. Desideriamo soltanto presentare un insieme specifico di strumenti che ci sembrano essere impliciti nelle azioni di questi terapisti, in modo che possiate cominciare o continuare il processo infinito per migliorare, arricchire e ampliare le capacità che offrite per assistere le persone.”

 

Il nome
 
Il nome scelto dai fondatori della disciplina sintetizza tre componenti:
Programmazione, cioè la capacità di influire sulle modalità di comportamento variabili e fondate sulla percezione e sull’esperienza individuali. Tramite la PNL si interverrebbe su una gamma predefinita di comportamenti (programmi o schemi), che funzionano in modo inconsapevole ed automatico;
Neuro, ovvero i processi neurologici del comportamento umano, basato su come il sistema nervoso riceve stimoli dagli organi di senso e li rielabora come percezioni e rappresentazioni;
Linguistica, che definisce il sistema con cui i processi mentali umani sono codificati, organizzati e trasformati attraverso il linguaggio.

 

Efficacia e utilizzo
 
Gli effetti secondo gli autori
 
Secondo gli autori, questa tecnica sarebbe stata capace di intervenire su problemi in cui gli psicoterapeuti incorrevano di frequente, quali fobie, depressione, abitudini ossessive, disturbi psicosomatici.
Gli autori sostennero che una singola sessione di PNL combinata con ipnosi potesse eliminare la miopia, e addirittura curare un comune raffreddore.
 
Bandler e Grinder rivendicavano che combinando i metodi di PNL con la regressione ipnotica, una persona può non solo essere curata efficacemente da un problema, ma anche resa amnesica in primo luogo del fatto di avere avuto il problema. Dopo una sessione della terapia, i fumatori riuscirebbero a negare di aver mai fumato prima, anche quando la loro famiglia ed amici insistono altrimenti e anche di fronte a prove come le macchie della nicotina. Il potenziale dell’autodeterminazione sovrasterebbe anche le limitazioni dell’istruzione.
Successivamente è stata promossa come “scienza di eccellenza”, derivata dallo studio di come persone di successo o eccezionali in campi differenti avrebbero ottenuto i propri risultati.
È stato asserito che queste abilità possono essere imparate da chiunque per migliorare la propria efficacia sia personale che professionale.

 

L’assenza di riconoscimento scientifico
 
Nonostante l’abbondanza di affermazioni a sostegno già all’epoca della pubblicazione gli autori non riuscirono a portare alcuna evidenza empirica a sostegno. Questo fatto, insieme ai dubbi sulla fondatezza dei meccanismi presentati, ha fatto sì che la PNL non abbia ricevuto il sostegno della comunità scientifica.
La programmazione neurolinguistica oggi non viene considerata parte della corrente accademica prevalente della psicologia, e ha ottenuto solo un limitato impatto in alcune tecniche di psicoterapia e di counseling.
La PNL è stata per diverso tempo accomunata a varie tecniche di manipolazione psicologica: Milton Erickson rispondeva a tali accuse affermando che tutti ci “manipoliamo” per diverse ragioni e spesso a fin di bene, come fa una madre che accudisce i suoi figli e trasmette loro modi, pensieri e valori, o come fa un docente con i suoi allievi.

 

Diffusione
 
Oggi la PNL viene usata principalmente da praticanti delle forme di psicoterapia e psicologia parascientifica, soprattutto legati agli ambienti dell’ipnositerapia, del life coaching e della formazione aziendale. In una indagine sull’industria del coaching in Australia, il 13% di chi ha risposto riportava di essere stato formato alla PNL e/o allo sviluppo personale.
Heap scrisse che, stante la difficoltà nello stimare la diffusione della PNL, il numero di persone che sono state formate al livello di “praticante” nel Regno Unito appariva di almeno 50.000 persone. Sempre secondo Heap, la tecnica era insegnata in numerosi seminari, specie nei paesi anglosassoni, in Norvegia, Spagna e Brasile, con modalità pratiche forse diverse.

 

Applicazioni
 
La programmazione neuro linguistica è oggi una disciplina che riunisce vari ambiti dello studio della comunicazione umana, e si propone come strumento per influenzare fattori quali l’educazione, l’apprendimento, la negoziazione, la vendita, la leadership, il team-building. Ha trovato applicazione anche nei processi decisionali e creativi, nello sport e nel counseling.
In Italia ha cominciato a diffondersi all’inizio degli anni ottanta, inizialmente nel settore della formazione manageriale.
La PNL è tuttora considerata una pseudoscienza, e gli stessi sostenitori affermano che le sue applicazioni non debbano necessariamente avere fondamento scientifico, perché i principi fondamentali sono “ipotesi di lavoro che possono essere vere o meno. Il problema non è se siano vere, bensì se siano utili”.

 

La tecnica
 
La PNL si propone come una metodologia di “studio della struttura dell’esperienza soggettiva” (Robert Dilts).
L’obiettivo pratico è comprendere come alcune persone riescano ad ottenere determinati risultati: questo dovrebbe avvenire tramite l’analisi, l’apprendimento e il modellamento (cioè l’acquisizione volontaria di determinati comportamenti).
L’analisi dovrebbe condurre a definire un modello comportamentale, che poi dovrebbe essere replicato nel “paziente” tramite l’acquisizione dei modelli considerati efficaci. Ai modelli acquisiti da altri, si affiancherebbero poi modelli già in possesso del “paziente”, ottenuti da esperienze passate e positive.

 

Il modellamento
 
Il modellamento, cioè la pratica di rilevare e riprodurre modelli comportamentali, può essere di due tipi: intuitivo o analitico.
Nel primo caso, il modellamento avviene tramite un’imitazione inconsapevole degli schemi di comportamento di un modello: questo processo avverrebbe nella relazione tra bambino e genitori, i quali sono imitati e presi ad esempio senza alcun genere di consapevolezza da parte del bambino.
Il modellamento analitico invece prevede una meticolosa raccolta di informazioni relative alla strategia messa in atto dalla persona per ottenere un certo risultato. Tramite l’ascolto di racconti ed esperienze, si estrapolano i meccanismi chiave dell’abilità desiderata, e si cerca di replicarli.
 
I fautori della PNL pongono attenzione sulla persona oggetto dell’intervento, sostenendo che gli esseri umani possiedano già tutte le risorse di cui hanno bisogno, pur essendo queste risorse non sviluppate o inesplorate. Il ruolo del “programmatore”, cioè del praticante di PNL, sarebbe dunque quello di aiutare la persona ad esplorare la sua “mappa del mondo”, svolgendo domande specifiche per stimolare questo processo del ricevente.
L’analisi dei diversi punti di vista di un problema viene usata per definire ed eliminare convinzioni ritenute limitanti, e tramite l’esplorazione dell'”ecologia”, cioè del tessuto di relazioni di una persona, si cercano di definire le conseguenze del raggiungimento degli obiettivi predeterminati e gli influssi sul benessere di una persona.

 

Storia
 
Anni Settanta: fondazione e primo sviluppo della PNL
 
La PNL fu fondata e sviluppata da Richard Bandler e John Grinder all’Università della California, a Santa Cruz, tra gli anni sessanta e settanta. In quegli anni i seminari sul potenziale umano in California si svilupparono come un settore autonomo, creando un filone di interesse che includeva sia reali movimenti scientifici che teorie pseudoscientifiche e new age.
 
Gregory Bateson, ed in particolare le sue idee sul modellamento umano e sul concetto di mappa e territorio (la mappa non è il territorio) fu influenzato da Alfred Korzybski. Queste idee furono adottate da Bandler e Grinder.
Dal 1972 i fondatori della PNL si interessarono alle eccezionali capacità comunicative del terapeuta di scuola Gestalt Fritz Perls, della terapeuta della famiglia Virginia Satir, e dal presidente fondatore della Società Americana della Ipnosi clinica, Milton H. Erickson. Studiarono anche la teoria del linguaggio del corpo e della comunicazione non verbale, soprattutto gli indicatori oculari.
Usando questi terapeuti come modelli, furono pubblicati La struttura della Magia (1975) e I Modelli di Milton H. Erickson (1976, 1977). Alla fine degli anni ’70 Leslie Cameron-Bandler, Judith DeLozier, Robert Dilts e David Gordon lavorarono sia con i co-fondatori che separatamente per contribuire allo sviluppo della PNL.
 
Anni Ottanta: nuovi sviluppi e valutazione scientifica
 
Negli anni ottanta poco dopo la pubblicazione di La Programmazione NeuroLinguistica Volume I con Robert Dilts e Judith DeLozier, Grinder e Bandler si ritirarono.
Sorsero diversi conflitti e cause legali per la proprietà intellettuale delle teorie, e la PNL cominciò ad essere sviluppata da diverse persone.
 
Negli anni ’80 John Grinder e Judith DeLozier collaborarono a sviluppare una forma di PNL chiamata il Nuovo Codice della PNL che tentava di ripristinare un approccio PNL sistemico alla totalità mente-corpo. Anche Richard Bandler pubblicò nuovi processi con sottomodalità ed ipnosi ericksoniana in Using your brain: For a Change (1984).
Contemporaneamente Anthony Robbins, che insegnava la PNL già alla fine degli anni ’70, cominciò una massiccia operazione per incorporare la PNL (ridefinita come Condizionamento Neuro Associativo) al settore del marketing.
Altri studenti e professionisti di PNL elaborarono, definirono e svilupparono le loro integrazioni alla PNL. Michael Hall propose una PNL focalizzata sui cosiddetti “meta-stati” (una condizione in cui si cambiava posizione percettiva e si osservava il sé da una prospettiva più ampia tramite la coscienza auto-riflessiva).
 
Tad James sviluppò una tecnica terapeutica basata sulla linea del tempo (timeline) dove i clienti erano incoraggiati a visualizzare, e possibilmente a creare fisicamente la linea del tempo della loro vita o tratti di essa, e poi ad alterarla e migliorarla. Ulteriori contributi alla PNL vennero da Judith DeLozier e Connirae e Steve Andreas. Data la numerosità dei contributi e delle persone coinvolte, non esisteva un modello definito ed univoco di PNL.
Alla fine degli anni ’80, le ricerche nel campo della psicologia del counseling sperimentale di Sharpley (1984, 1987) ed il Consiglio della Ricerca Nazionale degli USA diedero un giudizio complessivamente negativo della PNL.
Di seguito, la ricerca sulla PNL subì un brusco rallentamento, ulteriormente acuito dall’emergere degli abusi di cocaina e alcol di Bandler e dal suo coinvolgimento nel caso di omicidio di Corine Christensen; tutti fatti che intaccarono fortemente la credibilità dell’autore e della sue affermazioni.
 
Anni Novanta: controversie, divisioni, e marketing
 
Nel luglio 1996, dopo molti anni di battaglie legali, Bandler fece causa a John Grinder e altri, reclamando la proprietà esclusiva della PNL sin dalla sua fondazione, ed il diritto esclusivo di usare il termine come marchio registrato.
Contemporaneamente, nel Regno Unito Tony Clarkson, un praticante inglese, chiese con successo alla High Court di revocare la registrazione inglese fatta da Bandler del marchio PNL, al fine di chiarire legalmente che PNL era un termine generico e non una proprietà intellettuale.
 
A causa della frammentazione delle varie correnti, e soprattutto della mancanza di una struttura normativa che ne regolamentasse e disciplinasse la pratica, negli anni novanta la PNL cominciò ad essere proposta e pubblicizzata come il rimedio per eccellenza, la panacea o la soluzione miracolosa a una vasta serie di problemi.
Cominciarono ad abbondare i modelli di dubbia qualità, sviluppati da praticanti più interessati a sfruttare la moda e il fascino new age, piuttosto che all’approfondimento scientifico.
Nel 1994 Michael Hall, psicologo della scuola del comportamentismo cognitivista, studiò e sviluppò con Bandler una nuova tecnica, la neuro-semantica, un sistema che avrebbe dovuto affrontare e risolvere alcune delle debolezze percepite della PNL.
 
Anni 2000: risoluzione dei conflitti legali e regolamentazione governativa
 
Nel 2001 le controversie legali furono chiuse con la conciliazione tra Bandler e Grinder che si accordarono nell’essere identificati come co-fondatori della PNL.
Sin dal 1978, la formazione dei praticanti era affidata ad un solo programma di certificazione della durata di 20 giorni. Un rinnovato interesse verso la disciplina spinse a implementare nuove modalità di formazione nella struttura dei corsi e la progettazione cambiò, differenziandosi da istituto a istituto.
Negli anni ’90, in seguito a tentativi di mettere in Inghilterra la PNL su un cammino più regolamentato formalmente, altri governi cominciarono a certificare i corsi di PNL ed i relativi fornitori, come per esempio in Australia, dove un diploma in PNL è accreditato nell’ambito del “Qualifications framework” australiano (AFQ).
 
Fatti salvi questi casi peculiari, la maggior parte degli stati non assegna alcun riconoscimento ufficiale a questa pratica, e sarebbe difficile stabilire delle linee guida comuni a causa della miriade di differenti autori, formatori e praticanti che hanno sviluppato i loro propri metodi, concetti e definizioni, spesso tutte chiamate in modo indifferenziato “PNL”.
In Europa, l’associazione di terapia di PNL sta promuovendo formazione in linea con gli standard europei. La molteplicità delle proposte e la mancanza di controlli hanno reso difficile distinguere su base comparativa i livelli di competenza, abilità e atteggiamento nei vari corsi di formazione PNL. Secondo Pete Schutz la durata del training in Europa varia da 2-3 giorni, per chi lo affronta per hobby, a 35-40 giorni, fino a 9 mesi per raggiungere un livello di competenza professionale.

 

Aspetti controversi
 
Lo status di pseudoscienza
 
La PNL non viene considerata una scienza, ma una pseudoscienza: le sue affermazioni non sono basate sul metodo scientifico, e molte delle tecniche che utilizza sono basate su teorie che non hanno fondamento nell’attuale corpus di conoscenze mediche e psicologiche.
Secondo alcuni autori, i termini usati e il nome stesso sarebbero un pretesto per trovare legittimazione in discipline come le neuroscienze, la neurolinguistica e la psicologia: tra questi Michael Corballis, del Dipartimento di Psicologia dell’università di Auckland che nel 1999 ha scritto che “PNL è un titolo completamente falso, progettato per dare l’impressione di rispettabilità scientifica”.
Barry Beyerstein nel 1995 scrisse che le teorie della PNL sul rapporto tra gli stili cognitivi e le funzioni cerebrali “risultano in ultima analisi delle grezze analogie”.
 
L’assenza di prove scientifiche
 
Una seconda critica frequente, riguarda l’assenza di prove empiriche e ricerche strutturate per quanto riguarda le teorie sostenute dalla PNL, alcune delle quali contrarie alle attuali conoscenze.
Michael Heap sottolineò nel 1988 l’assenza delle teorie sviluppate dai fondatori della PNL sulle riviste o sui libri di testo dedicati alla psicologia. Secondo Heap, tali affermazioni sarebbero state, se corrette, scoperte notevoli e con importanti implicazioni. Heap approfondì l’argomento con colleghi accademici, ricercatori e insegnanti, scoprendo che tra gli studiosi del settore la PNL aveva scarsa diffusione e ancor più scarso credito.
Questa opinione venne rafforzata dallo studio di Efran e Lukens (1990), che scrissero che “l’interesse originario per la PNL si è trasformato in disillusione dopo averla studiata, tanto che oggi in psicoterapia è solo raramente citata.
Nelle opere degli autori che hanno fondato la PNL, è assente il meticoloso procedimento di indagine e osservazione che è invece richiesto dall’applicazione del metodo scientifico.
 
I mancati risultati
 
Quando le teorie della PNL sono state sottoposte a verifica, sono per la maggior parte risultate infondate.
Una ricerca condotta da Christopher Sharpley nel 1984 seguita da un’altra di revisione nel 1987 in risposta alle critiche mosse da Einspruch Forman, concluse che c’erano scarsi elementi probatori per la sua utilità come un efficace strumento di consulenza., conclusione supportata anche da Michael Heap nel suo saggio del 1988.
Un gruppo di ricercatori del Counselling Psychology Review (CPR), ha esaminato nel 1995 diverse tecniche e teorie della PNL, concludendo che:
 
“Non esistono correlazioni significative tra i movimenti oculari ed i predicati verbali e scritti”
“La teoria della PNL circa la determinazione del sistema di rappresentazione preferito da un partecipante in base all’osservazione di un comportamento esterno non può essere sostenuta dall’evidenza sperimentale, così come non sono sostenibili le affermazioni della PNL nel generalizzare la comprensione (rapport)”
“Non esiste alcuna esposizione sistematica definitiva della PNL. Anche se le caratteristiche fondamentali non mutano nelle diverse presentazioni, aspetti particolari sono messi in rilievo spesso in modo contraddittorio”
“Molte delle teorie considerate congruenti con la PNL sono metafore che non hanno grande influenza o non sono accettate nella letteratura scientifica (…) Non c’è alcuna evidenza a sostegno della relazione tra movimenti oculari e rappresentazioni del pensiero postulata dalla PNL (…) I fondamenti della PNL (…) sono una serie di aneddoti e di fatti concatenati che non portano ad alcuna conclusione”
 
“La descrizione dei processi biologici fondamentali è piena di errori piccoli ma significativi (…) I riferimenti alla letteratura biologica e psicologica sono obsoleti (…) e le citazioni di psicologia cognitiva ignorano gli ultimi venti anni di risultati in questo campo (…) In breve, il sistema dei modelli oculari, linguistici, di postura e di tono della PNL non deriva né è derivabile da lavori scientifici noti”
Relativamente alla possibilità di curare le fobie in pochi minuti: “Non ci sono studi che corroborino questa affermazione”
“La variabile dipendente usata nella maggior parte degli studi di PNL è l’empatia tra cliente e terapeuta, misurata su una particolare scala (…) Non si tratta di un indice soddisfacente per valutare l’efficacia del terapeuta. Si può trovare un terapeuta di grande empatia, ma inefficace nel modificare comportamenti o sentimenti (…) In conclusione, le prove empiriche a sostegno sia degli assunti sia dell’efficacia della PNL sono praticamente inesistenti”
In seguito, anche la Association française pour l’information scientifique ha definito la PNL come pseudoscienza.
 
La vicinanza con gli ambienti esoterici
 
Il New Zeland Cults & Religious Groups List identifica la PNL come un derivato moderno della New Age facente capo ai Large Group Awareness Training Programs. Nello Skeptic’s Dictionary vengono sottolineate l’ascientificità delle asserzioni della PNL, e il mero utilizzo di un sistema empatico-amicale per cercare di risolvere le problematiche emergenti nelle sedute.
Massimo Introvigne sottolinea come alcuni esponenti della PNL abbiano avuto contatti con ambienti esoterici, e considera i suoi successivi sviluppi ad opera di Anthony Robbins come centrali nel movimento Next Age. Robbins si sarebbe “formato in quella singolare zona d’incontro fra tecniche per la felicità individuale ed esoterismo che è la Programmazione Neuro Linguistica (PNL) di Richard Bandler e John Grinder”.
 
Riconoscimento ufficiale
 
Alle varie certificazioni (practitioner, master practitioner, trainer, counselor ecc.) offerte dai corsi di PNL attualmente non è riconosciuto alcun valore legale.
Analogamente, i vari corsi privati che formano queste figure in genere non sono promossi da scuole di psicologia, e non vi insegnano psicologi. È infatti contrario alla deontologia professionale degli psicologi insegnare tecniche che non abbiano saldi fondamenti scientifici.

 

Bibliografia
 
Richard Bandler, John Grinder, La metamorfosi terapeutica. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1980. ISBN 9788834006672
Richard Bandler, John Grinder, La struttura della magia. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1981. ISBN 9788834007006
Richard Bandler, John Grinder, Robert Dilts, Leslie Cameron-Bandler, Judith DeLozier, Programmazione neurolinguistica. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1982. ISBN 9788834007099
Richard Bandler, John Grinder, Ipnosi e trasformazione. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1983. ISBN 9788834007488
Richard Bandler, John Grinder, La ristrutturazione. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1983. ISBN 9788834007563
Richard Bandler, John Grinder, I modelli della tecnica ipnotica di Milton H. Erickson. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1984. ISBN 9788834008072
Richard Bandler, Usare il cervello per cambiare. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1986. ISBN 9788834008591
Richard Bandler, Will MacDonald, Guida per l’esperto alle submodalità. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1991. ISBN 9788834010396
Richard Bandler, Magia in azione. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1993. ISBN 9788834010990
Richard Bandler; Owen Fitzpatrick, PNL è libertà, 1ª ed., Urgnano, Alessio Roberti Editore, 2006. ISBN 978-88-88612-40-9.
Gregory Bateson. Verso un’ecologia della mente. Milano, Adelphi, 1977 ISBN 978-88-459-1535-2
Gregory Bateson. Mente e natura, un’unità necessaria. Milano, Adelphi, 1984 ISBN 978-88-459-0560-5
Robert Dilts, Tim Hallbom, Suzi Smith Convinzioni. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1998. ISBN 9788834012918
Robert Dilts, Todd A. Epstein, Apprendimento dinamico. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 2002. ISBN 9788834014103
Robert Dilts, Creare Modelli con la PNL. Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, Roma, 2003. ISBN 9788834014295
M. Introvigne, P. Zoccatelli, New Age, Next Age, una nuova religiosità dagli anni ’60 ad oggi
G. Granata, PNL la programmazione neurolinguistica, Milano, De Vecchi Editore, 2000 ISBN 88-412-5975-2
Carolyn Boyes, La PNL in cinque minuti, Vallardi, 2008, ISBN 978-88-7887-159-5
 

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