Cos’è il punto G e… dove si trova?

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Cos’è il punto G e… dove si trova?

Un libro che spiega passo a passo le curiosità sul fatidico Punto G e il suo ruolo portante nell’orgasmo femminile

di Romina Alessandri – 16/08/2012

>> http://goo.gl/xxQeB

Facendo un breve excursus nella storia della scienza vediamo come, in ogni epoca, sia loggetto sia
il risultato della ricerca dipendano largamente da quanti cambiamenti del pensiero e del costume la
società riesca a metabolizzare, influenzando la disponibilità mentale dei singoli individui ad
accettare o rifiutare le novità. Un esempio emblematico di questo fenomeno è, appunto, la storia
dellapproccio scientifico al punto G, in cui troviamo un alternarsi di scoperte, smentite e lunghi silenzi.

Il primo scienziato a «descrivere in dettaglio il punto G fu Regnier De Graff, un anatomista
olandese del XVII secolo». Ma si dovette attendere il 1950 perché il ginecologo tedesco Ernst
Gräfenberg (dalla cui iniziale il punto G prese il nome) pubblicasse la scoperta: «Si può sempre
dimostrare lesistenza di una zona erotica sulla parete anteriore della vagina, lungo luretra, che
sembra essere circondata da un tessuto erettile come i corpi cavernosi (del pene). Durante la
stimolazione sessuale, luretra femminile comincia a gonfiarsi e la si può sentire senza difficoltà.
Alla fine dellorgasmo è molto gonfia. La zona più stimolante è localizzata sulla parte posteriore
delluretra, dove fuoriesce dal collo della vescica. La donna capisce sempre quando il pene o il
dito perde contatto con la parte vaginale delluretra e, per riprenderlo, cambia posizione».

Nei successivi trentanni la scoperta di Gräfenberg non venne neanche presa in considerazione dal
mondo scientifico e «i pochi medici che condivisero la sua opinione vennero ignorati oppure
considerati un po pazzi. In tre conferenze ginecologiche lurologo Hymel tentò di spiegare la sua
visione del punto G ai suoi colleghi, ma senza risultato». Dopo Kinsey,15 anche i sessuologi William
Masters e Virginia Johnson spostarono tutta lattenzione sul clitoride e nel 1966, dopo aver
esaminato 7500 orgasmi in 382 donne, conclusero la loro ciclopica opera affermando: Il clitoride
rappresenta il punto focale di ricezione degli stimoli sessuali esterni […] ed è un apparato
veramente unico nel complesso del corpo umano in quanto la sua sola funzione, che si sappia, è
quella di centro erotico.16 […] La vagina, invece, durante lorgasmo si distende nella parte
profonda, mentre nel primo terzo vicino allingresso si contrae energicamente e ripetutamente con
regolare frequenza. La reazione descritta del terzo esterno della vagina è lunica risposta
fisiologica del condotto vaginale limitata alla fase di orgasmo. […] Si può quindi concludere che lorgasmo vaginale e clitorideo non rappresentano due fenomeni separati.

Da quel momento in poi i risultati delle loro ricerche diventarono una bibbia per la successiva
generazione di scienziati, che, con leccezione di alcune modifiche e aggiornamenti, non si
permisero di metterne in dubbio le fondamenta. Il punto G rimase dunque scientificamente morto, fino
al 1980, quando Alice Ladas, Beverly Whipple e John Perry pubblicarono i loro studi su 131 persone affermando il contrario:
Cè un punto allinterno della vagina che è estremamente sensibile a una forte pressione. Si trova nella parte anteriore della vagina, a circa 5 cm dallapertura. Il punto è stato trovato in tutte le 400 donne esaminate.
Se stimolato in modo giusto, il punto G si gonfia e provoca lorgasmo in molte donne. Al momento dellorgasmo eiaculano attraverso luretra un liquido.
Come risultato della stimolazione del punto G spesso le donne hanno una serie di orgasmi.
Molte donne credono di urinare e sono quindi imbarazzate dalleiaculazione. I loro partner, pensando
la stessa cosa, spesso le irridono, uno dei motivi per cui molte di loro hanno imparato a trattenere o a nascondere lorgasmo.

Il punto G, dove si trova veramente?

Da questo momento in poi gli studi scientifici sul punto G si susseguirono, spesso con forti
colorazioni ideologiche, prese di posizione a priori e toni molto accesi. Ma proviamo a ripercorrere
le tappe salienti del dibattito. Nel 1981 Edwin Belzer e altri esaminano il liquido eiaculato da 7 donne durante lorgasmo e trovano che è diverso dallurina.
Nel 1984 John Perry evidenzia mediante elettromiogrammi al muscolo pubococcigeo e allutero come
lorgasmo al punto G sia diverso di quello clitorideo: più profondo e al contempo più potente.
Rispetto alla tradizione tantrica non abbiamo inventato nulla, né esponiamo un nuovo modo per
trovare il punto G, ma descriviamo semplicemente ciò che i nostri maestri ci hanno insegnato e che a
loro volta hanno appreso da Margo Anand, la pioniera del Tantra occidentale. Il nostro unico merito
è semmai quello di avere approfondito largomento, di avere raccolto più dati e di averlo presentato in una veste più strutturata.

Quando abbiamo deciso di scrivere questo libro ci siamo infatti posti due obiettivi:
Fornire alla lettrice una mappa non soltanto per localizzare il proprio punto G fisicamente, ma
anche per potersi orientare psicologicamente nel groviglio di sensazioni ed emozioni che ne
emergono. Per spiegare la tecnica bastano infatti poche righe, ma per beneficiarne con lanima e il corpo è meglio approfittare di questa «visita guidata» dentro se stesse
Fornire al mondo scientifico (al quale ci sentiamo molto vicini) un approccio innovativo, un punto
di partenza per future ricerche che potranno focalizzarsi di più sul vissuto soggettivo femminile,
proseguendo la nostra osservazione diretta dellintero processo di stimolazione in 180 donne.

Scopri con noi dove si trova il punto G in questo sorprendente libro, ricco di schemi, immagini e testimonianze dirette! >> http://goo.gl/xxQeB

Elmar Zadra, Michaela Zadra
Il Punto G
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Maggio 2011
Formato: Libro – Pag 200 – 13,5×20,5
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-punto-g.php?pn=1567

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