Comunicazione empatica e placebo: fondamentali per favorire i processi di cura

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Comunicazione empatica e placebo: fondamentali per favorire i processi di cura

Scritto da: Gioacchino Pagliaro

Medicina Non Convenzionale

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Comunicazione empatica e placebo: fondamentali per favorire i processi di cura

Dalla fine degli anni 70, la letteratura scientifica ha evidenziato la necessità di introdurre in
medicina una diversa definizione della cura e unattenzione particolare alla relazione medico paziente.

Uninteressante ricerca pubblicata nel 1984 da L. Egbert nel New England Journal of Medicine,
riprendendo altri studi simili pubblicati da H. Benson (uno dei fondatori della Medicina Mente-Corpo
e Direttore alla Harvard Medical School del Mind Body Institute), dimostrava come il modo di
comunicare produceva effettti misurabili nellazione di cura. Un gruppo di pazienti in attesa del
medesimo intervento venne diviso in due sottogruppi. Il primo sottogruppo incontrò gli anestesisti
che si dimostarono particolarmente attenti alla relazione, allegri e disponibili a dare
informazioni. Il secondo sottogruppo incontrò gli stessi anestesisti che simularono un atteggiamento
frettoloso, disattento verso il paziente e piuttosto burbero. Lesito della ricerca evidenziò che il
primo sottogruppo usò la metà degli antidolorifici e venne dimesso 2,6 giorni prima.

In unaltra ricerca pubblicata nella medesima rivista nel 2011 da M. Wechsler, riprendendo altri
studi sul beneficio del placebo nelle cure, dimostrava come il modo convincente e rassicurante da
parte del medico di presentare leffetto benefico della terapia agiva in modo importante sullesito.

Un gruppo di pazienti asmatici venne diviso in quattro sottogruppi. Il primo venne trattato con un
farmaco usato per questa patologia (albuterolo). Il secondo gruppo ricevette a sua insaputa un
inalatore placebo presentato come un prodotto efficace. Il terzo gruppo fece un trattamento di
agopuntura (presentato, anche in questo caso, come un trattamento molto promettente). Il quarto
gruppo seguì il trattamento ordinario previsto dal protocollo. Anche in questa ricerca lesito stupì
molto. Nei primi tre gruppi si rilevò un miglioramento nel 50% dei casi e nel quarto gruppo un miglioramento nel 21% dei casi.

La letteratura scientifica presenta ormai talmente tante evidenze sul ruolo giocato dalla
comunicazione empatica e dal placebo nel buon esito della cura, che ormai molti professionisti
sanitari, in numerose strutture ospedaliere, li usano per ottenere un miglior risultato.

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Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
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