Comunicare Oltre la Morte

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Comunicare Oltre la Morte

Il metodo testato clinicamente su oltre 3000 casi per sciogliere il dolore del lutto e ritrovare la serenità.

di Allan Botkin

>> http://goo.gl/Zwq0b5

IADC sta per “Comunicazione Post-Mortem Indotta” ed è una nuova tecnica, che trasforma il dolore del lutto in amore.

Una nuova rivoluzionaria terapia che ha aiutato migliaia di persone a superare gravi e dolorose perdite. Attraverso una particolare stimolazione del cervello, il Dott. Botkin induce un’esperienza in cui il paziente ha la viva percezione di incontrare la persona per cui sta vivendo un lutto.

L’evidenza clinica deriva da più di 3000 casi documentati dal Dott. Botkin e altri professionisti.

Per chi è utile il nuovo metodo terapeutico dell’IADC?

In caso di perdita di una persona cara
Per chi soffre di un lutto traumatico recente, o subito decine di anni prima.
Per chi ha sentimenti di colpa, rabbia e tristezza per la morte di una persona cara e vuole superarli. Il libro contiene la descrizione dettagliata di molti casi risolti.

“La IADC guarisce gli elementi più profondi e dolorosi del lutto e l’associato senso di disconnessione, i pazienti sono in grado di ricordare l’evento in modo più astratto ed emotivamente distaccato. Non conosco nessun’altra tecnica psicoterapeutica che possa dimostrare un cambiamento tanto evidente nella funzione cerebrale ed un conseguente marcato passaggio di prospettiva riportato dal paziente stesso”. Dott. Alan Botkin

Premessa del libro “Comunicare oltre la Morte”

L’esistenza della vita dopo la morte non è stata ancora scientificamente riconosciuta, nonostante determinate esperienze allusive all’esistenza di un post-mortem siano state un’importante questione clinica per un po’ di tempo.

È ben noto, ad esempio, che alcuni pazienti che si sono risvegliati per miracolo dalla morte, abbiano spesso molte stimolanti storie di avventure post-mortem da raccontare e, di conseguenza, occorre che i medici coinvolti nella cura di questa tipologia di pazienti siano in grado di ascoltare con empatia. Chi scampa per miracolo alla morte ha bisogno di essere rassicurato di non essere solo.

Molti studi medici dimostrano che, una considerevole percentuale di coloro che fanno ritorno alla vita, raccontano di essersi liberati del proprio corpo e di essere entrati in una luce d’amore splendente e rassicurante. Questi pazienti parlano inoltre di riconnessioni con i cari estinti avvenute durante tali esperienze extracorporee in grado di trasformare la propria vita.

Anche assistere a delle apparizioni di persone care estinte o sentire intensamente la loro presenza è una sorprendente esperienza comune e quindi, ancora una volta, è importante che gli specialisti siano capaci di discutere di queste esperienze con i loro pazienti. Infatti questi, a volte, hanno bisogno di essere assistiti per poter integrare tali profonde esperienze spirituali nella loro vita di tutti i giorni.

Chiunque lavori con pazienti agonizzanti sa quanto siano comuni le apparizioni di persone decedute e gli psicoterapeuti che si occupano dell’elaborazione del lutto sono generalmente consapevoli del fatto che questi incontri favoriscono in gran misura il processo di guarigione. Questi specialisti potranno testimoniare quanto spesso i pazienti in lutto dicano:

“Se solo avessi avuto altri cinque minuti”

Il lavoro presentato dal dott. Allan Botkin in questo libro porta l’operato clinico condotto con pazienti in lutto ad un livello completamente nuovo.

L’autore si fa testimone dello sviluppo del suo affascinante metodo clinico che offre, a chi ha subito un lutto, esattamente quegli “altri cinque minuti” per dirsi addio, ti voglio bene e le altre cose non dette che mettono ordine a tutte le questioni lasciate in sospeso.

Lascerò a lui il compito di descrivere in dettaglio in questo affascinante libro il metodo da lui impiegato ed i risultati ottenuti.

Per quanto possa risultare incredibile, abbiamo una lunga storia di tecniche documentate che ci permettono di carpire delle informazioni sulle esperienze dei defunti. Gli antichi greci iniziarono ad occuparsi di questa pratica che fu ripresa in seguito da medici di tutta l’Europa già dal medioevo.

Di conseguenza, sebbene il lavoro del dott. Botkin possa far alzare qualche sopracciglio nell’America del ventunesimo secolo, in realtà, si tratta proprio dell’ultima scoperta nell’ambito di una tradizione umana che risale alla preistoria.
Infatti, possiamo persino dire che evocare i defunti è parte dell’eredità culturale collettiva dell’umanità.

Nell’antica Grecia l’evocazione degli spiriti veniva praticata in istituzioni sotterranee note come psicomantei o, come viene spesso tradotto, oracoli dei morti, cioè luoghi costruiti interamente sotto terra in cui le tenebre fornivano le condizioni ideali di deprivazione sensoriale.

Leggendo testi greci antichi e collegando quello che ho letto con le mie conoscenze psichiatriche in materia di elaborazione del lutto, ho sviluppato un metodo per preparare i pazienti a questa esperienza.

Tale metodo consiste fondamentalmente nel farli parlare e fare in modo che si lascino andare al ricordo di un caro estinto che vorrebbero rivedere. Dopo aver fatto riaffiorare il ricordo del defunto, gli interessati si siedono in una cabina predisposta, si rilassano e guardano in uno specchio in una stanza con una luce soffusa.

In queste circostanze circa la metà o più dei soggetti hanno incontri vividi e realistici con gli spiriti dei defunti, riuscendo a vederli tridimensionalmente, a colori e con un aspetto vibrante di vita. Circa un terzo dei soggetti che hanno fatto tale esperienza afferma di aver sentito le voci udibili del defunto.

Quasi tutti gli altri affermano che, pur non avendo sentito alcuna voce udibile, hanno sperimentato in prima persona delle forme di comunicazione da cuore a cuore, durante le quali sentivano di essere in contatto con il defunto. La cosa più importante è che questi soggetti affermano di sentire che la loro esperienza li ha portati più vicini all’elaborazione del lutto.

In seguito al mio lavoro, molti psicologi hanno ricreato la mia procedura ottenendo risultati identici. Chiunque di noi abbia lavorato con tale metodo, concorda nel definirlo promettente in quanto tecnica utile per aiutare chi è in lutto.

Il dott. Allan Botkin ha messo a punto una diversa procedura psicologica per ottenere esperienze evocative del defunto.

Sono rimasto affascinato quando l’ho sentito descrivere tale metodo per la prima volta e sono sicuro che lo sarete anche voi.

Ciò che gli fa merito è il fatto che il dottor Botkin non presenta il suo lavoro come una “prova scientifica dell’esistenza della vita oltre la morte”.

Sia io che lui siamo d’accordo sul fatto che per la scienza è prematuro affrontare le più grandi domande relative all’esistenza e al sommo mistero del genere umano, tuttavia è lieto di rendere pubbliche le sue scoperte, con la speranza che possano essere di utilità clinica per coloro che hanno perso una persona cara e che lottano contro il proprio dolore.

Per tale ragione lo ammiro e spero che il suo emozionante nuovo metodo possa ispirare nuove ricerche. Credo inoltre che i suoi lettori trarranno da questo libro tanto piacere e tanto stimolo quanto ne ho avuto io.

Raymond A. Moody,
Jr., Ph.D., M.D.

Indice

Prefazione del dottor Raymond A. Moody
Prefazione dell’autore
Prefazione dell’autore all’edizione italiana

Ringraziamenti

1. Una comunicazione post-mortem avviene inaspettatamente durante la terapia 2. Come ho imparato a indurre la comunicazione post-mortem
3. Insegnare agli altri psicoterapeuti a indurre la comunicazione post-mortem 4. Nuove idee nella cura del dolore
5. Osservazioni comuni nelle IADC
6. Casi straordinari di IADC
7. IADC che si sottraggono a teorie psicologiche note
8. LADC condivisa e ADC concomitante
9. Professionisti e accademici sperimentano delle IADC
10. Nelle IADC il perdono guarisce la rabbia e il senso di colpa 11. LADC con i reduci di guerra: fare Pace con la Guerra
12. Prerequisiti di una LADC
13. Profonde similitudini tra ADC e NDE
14. La buona notizia è che ora puoi dare un’occhiata tu stesso
15. Il futuro della terapia IADC – Dove arriveremo partendo da questi presupposti? 16. Una considerazione personale
17. Un’importante nota sul suicidio

Appendice

A – Glossario
B – La procedura di IADC per psicoterapeuti
C – Che cosa ho imparato dai primi 84 casi
D – Aggiornamento dati

Allan Botkin
Comunicare Oltre la Morte – Libro >> http://goo.gl/Zwq0b5
Il metodo testato clinicamente su oltre 3000 casi per sciogliere il dolore del lutto e ritrovare la serenità. Editore: Uno Editori
Data pubblicazione: Maggio 2014
Formato: Libro – Pag 320 – 14×20 cm
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__comunicare-oltre-la-morte-libro.php?pn=1567

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