Com’è l’amore vero?

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Com’è l’amore vero?

(autori vari, elencati nella bibliografia a fondo pagina)

Per darvi una spiegazione devo prima spendere qualche parola su come noi
intendiamo l’amore. L’amore non consiste nel scegliere o preferire una
persona piuttosto che un’altra. E’ infatti un er­rore ge­nerale chiamare
“amore” quel qualcosa che ci spinge ad avvicinarci ad una determinata
persona; questo non è amore ma un desiderio di pace, sicurezza, armonia.
Andiamo infatti ri­cercando nell’altro le qua­lità che ci permettano di
abbassare le nostre difese per godere di un pe­riodo senza timori e di pace
emotiva. Questo, nel migliore dei casi, potrà anche essere un affetto
profondo ma non certamente amore!

Pertanto, in generale, sono le idee personali, costituite da pregiudizi e
preconcetti a creare la maggiore motivazione dei nostri comportamenti,
mentre proprio l’amore, l’amore vero, dovrebbe essere il “motore” che sta
alla base di tutto il nostro operato.

L’amore vero, quello che porta con sé le qualità che provengono dal cuore, è
un’altra cosa. Sono solo queste qualità che ci pongono al di sopra di ogni
discriminazione religiosa, politica o razzia­le; ci ren­dono capaci di
evitare pregiudizi e preconcetti; ci aiutano a non fare mai delle preferenze
e donare ad ognuno ciò di cui ha veramente bisogno.

Questo è il vero amore! Non basta sentirsi bene con qualcuno per amarlo:
bisogna essere total­mente di­sponibile per lui quando ne avrà bisogno;
questo è l’amore vero! Ma siccome esistono parecchie realtà, ciascuno di voi
è libero di calarsi in quella che più gli si addice. Io descriverò come noi
vediamo la “realtà dell’amore” a beneficio di coloro che desiderano
approfondire questo argomento.

Per noi l’amore è uno stato di apertura: il nostro amore è un sentimento
uguale per tutti, senza al­cuna distinzione. Discepoli, iniziati e profani,
troveranno sempre presso di noi cibo, acqua, conforto e quell’entusiasmo
vitale necessario per poter dare un profondo significato alla vita.

– Dare e ricevere (2) –

Nell’uomo troviamo l’individualità e la personalità. L’individualità è la
parte spirituale, e la perso­nalità (da latino persona, ovvero maschera) è
la parte transitoria con cui lo spirito si riveste per poter nascere sul
nostro pianeta ed intraprendere una nuova vita.

L’individualità, può essere paragonata al sole (che è stabile al centro del
sistema solare e possiede luce propria) e la personalità alla luna (che non
ha luce propria e cambia continuamente passando per fasi differenti).

L’individualità, come il sole, vuole risplendere, illuminare, aiutare e
sostenere. Come il sole, essa dona la sua luce a tutti e non chiede nulla a
nessuno. E’ disposta al sacrifico ed alla rinuncia, non trattiene le sue
ricchezze e non si irrita se qualcuno le viene a prendere.

La personalità, invece, bada solo a se stessa, desidera solo ciò che può
farle piacere e agisce sol­tanto per interesse. Pensa soltanto a prendere e
conservare ciò che ha guadagnato. Come la luna, che nel cielo diffonde una
luce che non è sua, se la personalità è generosa lo è per interesse o
per­ché quello che dona non le appartiene.

E, siccome queste due nature completamente differenti sono insieme nello
stesso corpo, l’uomo è con­tinuamente sollecitato ad andare in una direzione
o nell’altra. L’essenziale, per voi, è decidere da che parte andare…

– L’amore ci rende completamente disponibili (1) –

L’amore è la virtù che ci rende completamente disponibili non soltanto verso
gli altri ma anche verso noi stessi; una disponibilità amorevole nel
rinnovarci e nel cogliere tutte le occasioni valide per verifi­care il
nostro comportamento e, se necessario, trasformarlo. Dobbiamo essere
malleabili ma non troppo facilmente influenzabili, non ci deve infatti
mancare la flessibilità necessaria af­finché il Maestro ci possa
“modellare”, accentuando così le nostre migliori qualità potenziali.

– Non possiamo conoscere Dio… (1) –

Una meditazione non potrà mai permettere all’uomo di ritrovare la sua natura
divina e, senza questa esperienza, è impossibile conoscere Dio. L’unica
forma di esistenza spirituale che ci è dato di cono­scere è l’esistenza
della Gerarchia, per ciò che concerne Dio ci deve bastare la fede! Il
bi­sogno di cono­scere a tutti i costi sul piano intellettivo e razionale,
ci fa spendere delle energie che potrebbero essere dirette in qualche
proficuo lavoro.

Soltanto il lavoro, fatto nell’intento di aiutare la Gerarchia, creerà le
condizioni che ci collegano ad Essa. E proprio questo lavoro, nel tempo, ci
permetterà anche di incontrarci con Dio.

– Molti discepoli vorrebbero il completo supporto di Dio (1) –

Molti individui, farebbero volentieri qualcosa a favore degli altri, se Dio
mostrasse loro la strada da se­guire, li aiutasse a compiere il loro lavoro
ed a superare le eventuali difficoltà. Davvero molti sareb­bero pronti a
lavorare in questo modo; un modo comodo in quanto tutto dipenderebbe da Dio,
la piani­ficazione delle cose che devono essere fatte, l’aiuto per farle ed
ancor più la sicu­rezza che Lui, nell’eventualità, sarà pronto a risolvere i
loro problemi.

L’aspirante, deve invece comprendere molto bene, che ognuno deve prendersi
le sue responsabili­tà e maturare quella solidità di pensiero e perseveranza
d’azione, che possono dimostrare la qualità dei no­stri sentimenti quando ci
troveremo a fronteggiare la vita, gli uomini o lo stesso Dio.

Dio, volendo, potrebbe benissimo prendere per mano l’aspirante e guidarlo
nel suo lavoro, però, al primo ostacolo, questi sarebbe pronto a ritirarsi.
E, se Dio eliminasse anche questo ostacolo, e tutti quelli che potessero
sorgere in futuro, l’aspirante non potrebbe trarre alcun giovamento del suo
operato, in quanto non avrebbe agito di prima persona bensì come un
burattino gestito dal burattinaio.

– Prima di servire l’umanità dobbiamo “servire” noi stessi (3) –

Il desiderio di ogni aspirante è certamente quello di poter essere utile, e
dunque “servire” l’uma­nità in­tera. Sta di fatto che, prima di poter essere
capaci di fare qualcosa per l’umanità, dobbiamo essere in grado di “gestire”
al meglio quella porzione di umanità che è sotto la nostra diretta
re­sponsabilità: NOI STESSI.
Un individuo, che lavori coscientemente al proprio autosviluppo e che
“prenda in mano” la pro­pria vita sta già servendo l’umanità: elevando la
sua coscienza dai miasmi del piano astrale fino a raggiungere il piano
mentale, egli eleva co­munque l’umanità, essendone un rappresentante.

Per indicare la strada ad altri, occorre conoscerla molto bene. E’ per
questo che solo chi ha già percorso un certo tratto del Sentiero può
indicare la via a coloro che seguono, così come egli se­gue la traccia già
segnata da coloro che lo hanno preceduto.

Inoltre, ciascuno di noi ha la diretta responsabilità di tutta la materia
che compone i suoi vari vei­coli (corpo fisico, eterico, ecc.). L’evoluzione
delle “piccole vite”, che animano gli atomi e le cel­lule dei no­stri
veicoli, è infatti affidata al “modo” in cui noi ce ne serviamo: praticando
o meno gli “insegnamenti spirituali”. Se siamo costanti nel portarli nella
nostra vita non solo eleviamo la nostra coscienza ma im­poniamo ai no­stri
veicoli una “accelerazione vibratoria” che li renderà sempre più adatti e
responsivi all’afflusso di nuove e più elevate energie.

Questa accelerazione, alla fine di un lungo ciclo di vite vissute sulla
terra, consentirà la “liberazione dell’energia” rinchiusa nella materia dei
nostri veicoli: fenomeno che nei testi di esoterismo viene defi­nito come
“redenzione della mate­ria”.

Dunque ciascuno di noi è in realtà il “motore” di un piccolo universo,
apparentemente isolato dal resto della manifestazione, la cui espressione ed
evoluzione dipendono esclusivamente dalla no­stra capacità di identificarci
responsabilmente, sempre di più, con l’aspetto divino che è in noi.

Dedicandosi al proprio autosviluppo, ogni individuo ottempera ai doveri cui
è chiamato e che, volendo, può gestire fino in fondo. Crescendo e conoscendo
sempre di più, potrà allargare il campo delle sue esperienze e sarà posto di
fronte a responsabilità (o occasioni di “servizio”) sempre maggiori.

– Come realizzare i progetti per il bene (1) –

Bisogna soltanto decidere di servire la Gerarchia; questo farà in modo che
l’ambiente esterno si adatti affinché l’aspirante possa conseguire ciò che
si è ripromesso di fare. Così facendo tutto diventa possi­bile, anche ciò
che normalmente non rientra nella vostra immaginazione! Com’è pos­sibile che
ciò av­venga? Può avvenire perché il chakra del cuore è il luogo in cui si
entra in contat­to con i Maestri e l’epicentro delle energie relative alla
natura umana.

Lo spirito dell’uomo, la sua volontà ed il suo amore, focalizzandosi su
questo chakra, lo inducono ad ir­radiare, attraverso l’aura individuale, le
buone intenzioni che lo animano. Queste buone intenzioni, ir­radiandosi
all’esterno, creeranno i presupposti affinché vengano ad attuarsi an­che le
soluzioni umana­mente più impensabili.
Tutti gli individui che desiderano creare qualcosa o migliorarne un’altra,
non importa se questa coin­volge un gruppo di persone, un Gruppo, una
Chiesa, oppure una Nazione o un uomo politico, è neces­sario che conoscano
il fatto che quando ci focalizziamo sul chakra del cuore e lo “nutriamo” con
le no­stre buone intenzioni, la realizzazione del nostro progetto inizierà
ad aver luogo.

Questo può accadere, perché durante il sonno i nostri veicoli sottili (corpo
eterico, astrale, ecc.), si libe­rano momentaneamente del corpo fisico e
possono così viaggiare nel mondo astrale dove c’è la possibilità di
incontrare altri individui con le nostre stesse motivazioni e preparare così
le con­dizioni per un incontro sul piano fisico. Perciò, mentre il nostro
corpo fisico giace addormentato, sarà un raggio del nostro chakra del cuore,
che si prenderà l’incarico di trovare la persona più adatta a lavorare con
noi e per voi.

La nostra aurea e quella dell’altra persona, dopo aver permesso una
comunicazione sul piano astrale, prepareranno la strada affinché ci si possa
incontrare fisicamente. Così succede che a volte si dica: “Ho l’impressione
di aver già conosciuto questa persona”. A volte le due aure stanno in
comunione tra loro per parecchio tempo ed insieme elaborano il loro piano di
lavoro. Questa è la ragione per cui due per­sone possono trovarsi subito in
perfetta sintonia; le loro energie le hanno attirate una all’altra ed esse,
insieme, si sentono in armonia.

Sarebbe assai utile che questo fenomeno fosse più conosciuto ed utilizzato
perché, qualora sfrut­tato a fin di bene, potrebbe risolvere molti problemi
dell’attuale umanità. Va notato che molti di questi pro­blemi nascono perché
la società odierna è gestita da uomini che, pur non conoscendo queste cose,
le utilizza molto bene a livello inconscio.

Gli aspiranti, che dovrebbero sfruttare al meglio queste conoscenze, perdono
spesso il loro tempo chie­dendosi se saranno in grado di fare questo o
quello, oppure discutendo sul fatto che Dio esista oppure no! Discutere su
tale argomento è certo un modo molto valido per perdere tempo prezioso e
sprecare energie; al posto di vane parole si dovrebbe coltivare la certezza
che il potere della Luce indirizzata verso il bene è superiore ad ogni altra
cosa.

Purtroppo, invece, proprio quando un aspirante dovrebbe concentrare la
potenza del suo cuore per permettere alla Luce di manifestarsi in opere di
bene, ecco che diventa dubbioso, la sua scarsa fe­de si spegne del tutto e
le sue buone intenzioni svaniscono come nebbia al sole.

– Bibliografia –

2) Riassunto da La Chiave essenziale,
di Omraam Mikhael Aivanhov, Edizione Prosveta.

3) Fabio Gatti, parte dell’articolo La Telepatia verticale,
scritto il 3/8/96, prelevato dal sito “www.esonet.org”.

4) Alice Bailey, L’esteriorizzazione della Gerarchia,
pag. 515-516, Edizioni Nuova Era, Roma.

5) Alice Bailey, Il discepolato della Nuova Era, vol. I,
pag. 778-779, Edizioni Nuova Era, Roma.

6) Giuseppe Filipponio, Il Loto Bianco, pag. 88,
Centro Verso la Luce, via Laurentina 622 – 00143 Roma.

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