Che cosa si trova nell’archivio (non più tanto segreto) del Vaticano

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Che cosa si trova nell’archivio (non più tanto segreto) del Vaticano

Negli archivi del Vaticano sono conservati milioni di documenti che risalgono a più di 12 secoli fa:
dalle relazioni dei conclavi al processo a Giordano Bruno.

8 maggio 2025 Focus.it

Negli archivi vaticani si trovano anche le relazioni dei passati conclavi.

L’Archivio segreto del vaticano, istituito da Paolo V intorno al 1610, in origine non era più
segreto di qualsiasi altra cancelleria signorile. “Segreto” infatti, nell’italiano dell’epoca,
voleva dire privato. Il 22 ottobre 2019 papa Francesco ha emesso una lettera apostolica per cambiare
il nome di Archivio Segreto Vaticano (Archivum Secretum Vaticanum) in Archivio Apostolico Vaticano,
proprio per evitare malintesi sul termine segreto.

In latino, secretum, significa separato o privato e apostolicum significa appartenente al domnus
apostolicus, cioè al papa. Quindi il cambio di denominazione non ha cambiato la natura
dell’archivio, che non è aperto al pubblico, ma solo a studiosi e ricercatori, anche se alcune parti
dell’archivio continuano a essere riservate solo al pontefice e ai suoi più stretti collaboratori.

UNO SCRIGNO DAL VALORE INESTIMABILE. All’interno degli archivi sono contenuti i documenti della
Segreteria di Stato, bolle e registri della Cancelleria, incartamenti della Sacra Rota e delle
congregazioni, dei concili e delle nunziature. Tra i tesori dell’archivio ci sono le 80 pergamene
relative al processo ai Templari del 1308-1310, il Sommario del processo contro Giordano Bruno
(1597) e un Estratto degli atti del processo di Galileo Galilei (gli atti completi sono perduti). Ma
anche le lettere papali e le relazioni dei conclavi, in buste sigillate che “non potranno essere
aperte da nessuno, se il Sommo Pontefice non l’avrà permesso esplicitamente”.

DOVE SI TROVA. Inizialmente i documenti d’archivio erano conservati nel Palazzo del Laterano, che
fino al 1309 fu la residenza ufficiale del papa. A partire dall’XI secolo, i documenti furono
conservati separatamente in altri due siti: la Basilica di San Pietro e il Palazzo Palatino. Molti
dei documenti scomparvero tra il 1309 e il 1377, quando i papi si trasferirono ad Avignone. Durante
il XIV secolo parte dell’archivio venne distrutto, anche per mano di papa Innocenzo VII e del suo
successore papa Gregorio XII. Solo nel 1784, dopo secoli di disordine, papa Paolo V ordinò che tutti
i documenti rimasti venissero riuniti negli Archivi Vaticani. I depositi degli archivi, dal 1991, si
trovano in un edificio sotterraneo nel cortile della Pigna, a 20 metri di profondità e si sviluppano
con 80 km di scaffali.

CHI PUÒ ACCEDERE. L’unico a decidere di aprire gli archivi era il papa. Il primo a farlo fu, nel
1880, Leone XIII, che rese accessibili alcune sezioni fino al 1815. Dal 2006 sono accessibili gran
parte dei documenti di tutti i pontificati fino a Pio XI (1922- 1939).

Oggi hanno diritto di accesso gratuito agli archivi studiosi e ricercatori universitari con una
laurea specialistica, per un massimo di 60 accademici al giorno.

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da focus.it

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