Calcio e vitamina K contro l’invecchiamento

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Calcio e vitamina K contro l’invecchiamento

Combattere l’invecchiamento e le malattie degenerative con il calcio e la vitamina K: un preparato naturale derivante dalle meduse ci viene in aiuto

di Fiamma Ferraro – 21/02/2013

>> http://goo.gl/mRO0I

Non appena si menziona il calcio, molti sono subito portati a pensare allimportanza di bere i
famosi bicchieri di latte raccomandati dalla nonna per “crescere ed avere ossa forti”; tutti i
consigli di medicina popolare insistono, per evitare losteoporosi, sulla necessità di mangiare
alimenti ricchi di calcio e di assumerlo anche con integratori, e si arriva alla conclusione che questo elemento non possa che far bene.
Le cose invece non sono purtroppo così semplici. Alcune osservazioni in proposito: sebbene nella
nostra dieta da benestanti il calcio in genere non manchi, paradossalmente la frequenza
dellosteoporosi è molto più elevata da noi che in paesi, come il Giappone, in cui il consumo di
latticini è poco elevato. Non si tratta a quanto pare di fattori genetici, perché quando le
Giapponesi si trasferiscono in altri paesi e cambiano le loro abitudini alimentari, iniziano anche loro a soffrire di osteoporosi in misura paragonabile alla nostra.
Indubbiamente il calcio è un fattore essenziale per la salute quando si trova nel posto giusto, e
cioè nelle ossa, mentre diventa quanto mai nocivo quando va a finire nel posto sbagliato, e cioè a
formare calcoli, o sulle pareti delle arterie, formandovi una dura placca e provocando fenomeni di arteriosclerosi.

Come riportato nel British Medical Journal (336(7638):226-7), in presenza di determinati stimoli,
nella muscolatura vascolare liscia può verificarsi una deviazione in direzione di cellule di natura
ossea, e in presenza di elevate quantità di calcio, queste possono provocare calcificazione
vascolare. Tradotto in linguaggio semplice, ciò significa che determinate circostanze (come ad es.
la mancanza di vitamina K2, come riportato in nota ma non messo abbastanza in evidenza nel testo
principale dellarticolo) possono indurre le cellule che rivestono le pareti dei vasi sanguigni a
comportarsi come se fossero cellule delle ossa, e cioè ad assorbire calcio (Med Res Rev 2001 Jul;21(4):274-301).
Avrebbe meritato più pubblicità anche un articolo (BMJ2008 Feb2; 336(7638):262-6) in cui sono
commentati i risultati di uno studio clinico effettuato su 1.471 donne in postmenopausa. Da questo
studio è emerso che nelle donne che assumevano integratori a base di calcio diminuiva bensì del 12%
il rischio di frattura ossea, ma aumentava del 212% il rischio di malattie cardiovascolari.
Indubbiamente entrano in gioco anche altri fattori, ma vorrei qui mettere in luce alcune conoscenze,
relativamente nuove, emerse quanto al ruolo fondamentale della vitamina K per la solidità delle ossa
e per la prevenzione dellosteoporosi, ma anche, stranamente, per la flessibilità delle pareti vascolari.
La vitamina K è in genere carente nella nostra alimentazione. Questa vitamina si trova nelle verdure
verdi (e quasi nessuno ne mangia una quantità sufficiente) e in cibi fermentati (ne è molto ricco il
natto – formaggio di soia-molto diffuso in Giappone) e, diversamente dalle altre vitamine solubili nel grasso, non può essere accumulata ma deve essere fornita ogni giorno.

La forma più efficace di vitamina K, la vitamina K2, è prodotta anche da una flora intestinale sana.
Persone che soffrono di problemi di digestione, in particolare dei grassi, soffrono pertanto più
facilmente di un cattivo assorbimento della vitamina K. Inoltre, anche i grassi in forma idrogenata,
di cui la nostra alimentazione è purtroppo ricca, impediscono un buon assorbimento di questa vitamina.
Premesso quindi che le carenze di vitamina K sono molto diffuse, se si assume molto calcio
(mangiando molto latte e formaggi o prendendo integratori a base di calcio), può essere
consigliabile assumere anche integratori a base di vitamina K, dopo aver sentito il proprio medico,
sia per stabilire il dosaggio e la forma migliore di questa vitamina, sia per evitare i rischi di
interferenze con determinati medicinali (in particolare con gli anticoagulanti).
A parte la vitamina K anche altri fattori influiscono su una buona assimilazione del calcio nelle
ossa: è innanzitutto importante la forma nella quale il calcio è assunto (il calcio nellacqua non è
assimilato bene e spesso contribuisce ad aggravare i problemi di calcoli renali), ed il suo rapporto
con altri elementi, come il magnesio (la sua presenza favorisce la buona assimilazione del calcio) o
il fosforo (che ostacola l’assimilazione del calcio: da notare che nel latte il rapporto tra il
contenuto in fosforo e quello in calcio non è molto favorevole per la solidità delle ossa).

Un aiuto dalle meduse per far andare il calcio “nel posto giusto”

Come visto sopra, il calcio dovrebbe andare per il 99% nelle ossa e per l1% nel sangue e nelle
cellule dei tessuti. Ma anche questo rimanente 1%, se non è regolato bene, può provocare grossi
problemi, in particolare nelle cellule del cervello e tessuti nervosi. È infatti essenziale, per la
salute, un corretto equilibrio degli ioni di calcio allinterno della cellule. Un accumulo di calcio
allinterno dei mitocondri delle cellule le danneggia e a lungo andare porta alla loro distruzione.
Importante, in questo contesto, è il ruolo delle “proteine che legano il calcio” (CaBP) che, come
emerso in particolare nel corso di studi condotti dalla ditta americana Quincy Bioscience presso
lUniversità di Madison, si legano al calcio e gli impediscono, portandolo fuori, di accumularsi nei
mitocondri. Queste CaBP sono presenti in abbondanza in gioventù ma con lavanzare delletà
diminuisce la capacità dellorganismo di produrle; questa diminuzione, come sembrerebbe emergere da
vari studi, sarebbe una concausa importante di numerose malattie della vecchiaia (Alzheimer, Parkinson, perdita di memoria ed altre) (1).

Concentrando i propri studi su questo argomento negli ultimi 12 anni, la Quincy Bioscience ha
elaborato e messo in vendita già da alcuni anni in America, sotto forma di integratore alimentare,
un preparato basato sullapoaequorina, una proteina tratta dalla medusa Aequorea Victoria, che risplende nel buio grazie a questa sostanza.
Qesta proteina è stata in effetti scoperta nel 1962 dallo scienziato giapponese Osamu Shimomura che
da allora ha concentrato i suoi studi, premiati nel 2008 con il premio Nobel per la chimica (2),
sullapoaequorina, in realtà a scopo diagnostico, poiché le proprietà luminose di questa sostanza,
che persistono anche nellacqua e in tessuti vari, consentono di seguire, con strumentazioni idonee, vari percorsi nellorganismo umano.
La Quincy Bioscience ha invece studiato, da una dozzina di anni, le proprietà terapeutiche di questa
sostanza, connesse appunto alla sua capacità di legare e trasportare il calcio, in particolare in
relazione agli effetti dannosi dellaccumulo di calcio nel cervello e nel sistema nervoso.
Negli studi clinici effettuati dalla Quincy nei laboratori presso lUniversità di Wisconsin-Milwakee
e presso lUniversità di Madison, Wisconsin, su partecipanti sani di uneta media di 56 anni (dai
20 ai 76 anni) è risultato che nel 66% dei partecipanti si sono riscontrati, in soli 30 giorni (in
molti già in 8 giorni) dei miglioramenti della memoria. Gli studi sono stati esposti nel 2007
durante il Congresso annuale della Society for Neuroscience, sollevando un vivo interesse.

In alcuni titoli di giornale la scoperta della Quincy è stata annunciata come la scoperta del secolo contro lAlzheimer che viene a galla (grazie al mare ed alle meduse).
Inoltre, in uno studio (3) su topi in cui è stato indotto un danno ischemico al cervello analogo a
quello che si verifica nelle persone colpite da ictus, nel gruppo di topi ai quali, subito prima di
questa procedura, era stata iniettata la proteina tratta dalla medusa in questione, la sopravvivenza
di cellule cerebrali è stata superiore in misura del 29-45% rispetto al gruppo al quale non era
stata iniettata. Altrettanto importanti sono gli studi che hanno rilevato lassenza di ogni tossicità ed effetti secondari.
Vi è indubbiamente ancora molto da studiare sullargomento ma nel frattempo la Quincy, trattandosi
comunque di un prodotto naturale-alimentare, ha già messo in commercio il suo primo preparato, e
quindi è già possibile avvalersi dellaiuto delle meduse per invecchiare più lentamente e mantenere una buona memoria!

Note
(1) Resende R, Pereira C, Agostinho P, et. al. Susceptibility of hippocampal neurons to Abeta
peptide toxicity is associated with perturbation of Ca(2+) homeostasis. Brain Res. 2007 Apr 27; 1143:11-21. Epub Jan 27.
Raza M, Deshpande LS, Blair RE, et. al. Aging in associated with elevated intracellular calcium
levels and altered calcium homeostatic mechanisms in hippocampal neurons. Neurosci Lett. 2007 Mar 12
(2) 2008 Nobel Prize in Chemistry: Osamu Shimomura, Marine Biological Laboratory (MBL), Woods Hole,
MA, and Boston University Medical School, MA, to Martin Chalfie, Columbia University, New York, NY, and to Roger Y. Tsien, University of California, San Diego, La Jolla, CA.
(3) Aequorin Protects Adult and Aging Hippocampal CA1 Neurons From Ischemic Cell Death
Julia A. Detert1, Melody L. Schmidt2, Nicholas D. Kampa1, Patrick K. Tao1, & James R. Moyer, Jr.1,2 Departments of 1Psychology and 2Biological Sciences
University of Wisconsin-Milwaukee, Milwaukee, WI 53201

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