BARZELLETTE SONO COME DROGA, ACCENDONO STESSE AREE

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CERVELLO: BARZELLETTE SONO COME DROGA, ACCENDONO STESSE AREE

Sabato 6 Dicembre 2003, 15:38

(ANSA) – ROMA, 6 DIC – L’ironia e lo scherzo sono come una droga e accendono gli stessi circuiti
cerebrali messi in moto da cocaina e altri stupefacenti. L’ha rivelato una ricerca di Allan Reiss
della Stanford University in California pubblicata sulla rivista Neuron. La scoperta potrebbe
rivelarsi utile per fare diagnosi precoce di disturbi come la depressione.
Puntando una speciale telecamera (rmn funzionale) sul cervello di un gruppo di 16 persone intente a
guardare una vignetta particolarmente pungente, lo scienziato ha visto che in pochi secondi si
accende il nucleo accumbense, zona cerebrale che viene stimolata anche dalla cocaina. Reiss ha usato
un apparecchio che si chiama risonanza magnetica funzionale che, proprio come una telecamera, filma
l’attivita’ di zone specifiche del cervello mentre sono in piena attivita’.

Cosi’ lo scienziato ha potuto vedere che esattamente come avviene dopo una dose di cocaina, ma anche
dopo la vista di un bel viso che colpisce, quella regione del sistema nervoso si attiva
sensibilmente. Il nucleo accumbense, ha precisato l’esperto, viene inondato da un neurotrasmettitore
del buon umore, la dopamina. Questa e’ una delle numerose sostanze che mediano la trasmissione del
messaggio nervoso. Lo scienziato poi, non accontentandosi di questa dimostrazione, ha ulteriormente
confermato le sue evidenze sperimentali mostrando agli stessi soggetti una vignetta per nulla
divertente. In questo caso nulla di fatto: la seconda vignetta cioe’ non e’ stata capace di
stimolare la regione del nucleo accumbense.

Queste ricerche non colmano solo la curiosita’ di quanti vogliano scoprire i segreti piu’ reconditi
nel cervello umano alla base di umorismo ed euforia, ma potrebbero servire anche agli esperti che si
occupano di malattie come la depressione. In questo disturbo psichico, infatti, anche l’umorismo e’
alterato, ha concluso Reiss.
Cio’ potrebbe aiutare a fare diagnosi dei primi sintomi della depressione ed anche a vedere
l’effetto delle terapie, insomma una sorta di screening a prova di scherzo.
(ANSA).

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