Attimo fuggente: interrompere la sofferenza

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Attimo fuggente: interrompere la sofferenza

di S. N. Goenka

Una sensazione compare, allora comincia il gradimento o lo sgradimento.
Quest’attimo fuggente, se ne siamo inconsapevoli, si ripete e intensifica
fino a diventare brama e/o avversione, e si trasforma in una forte emozione
che infine travolge la mente cosciente. Restiamo così intrappolati
nell’emozione e tutto il nostro senno viene spazzato via.

Il risultato è che ci troviamo coinvolti in discorsi e azioni malsani,
nocivi a noi e agli altri. In questo modo ci creiamo da soli l’infelicità di
cui soffriamo – adesso e in futuro – a causa di un momento di cieca
reazione. Ma se siamo consapevoli nel momento in cui comincia il processo di
reazione – cioè se siamo consapevoli della sensazione – possiamo scegliere
di non consentire che la reazione avvenga o si intensifichi.

In quei momenti la mente è libera. Forse, inizialmente, questi possono
essere solo alcuni momenti in un’intera ora di meditazione mentre per il
resto del tempo la mente rimane preda della vecchia abitudine di reagire
alle sensazioni, prigioniera del vecchio circolo vizioso della brama,
dell’avversione e dell’afflizione. Ma, con la pratica, quei pochi brevi
momenti si trasformeranno prima in secondi, poi in minuti, finché, infine,
la vecchia abitudine a reagire non si spezza e la mente resta continuamente
in pace.

Questo è il modo in cui la sofferenza può essere interrotta.

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