Angeli e umani: due razze o una sola?

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Angeli e umani: due razze o una sola?

di Antonella Ferrari

Ogni essere umano, per quanto degenerato possa essere, è una miniera “esaurita”che può di nuovo tornare alla sua ricchezza originale.

Ci sono due energie che muovono il mondo: quella fisica e quella spirituale. Nella prima vige la forma, il suono (o rumore) e la consistenza della materia. Nel mondo che è visibile ai nostri occhi, questi sono i suoi riferimenti. Nella dimensione spirituale, pensieri, sentimenti, idee e stati d’animo sono invisibili. Il silenzio caratterizza ambedue, un silenzio fisico che apprezziamo molto perché equivale a tranquillità e pace. È un silenzio interiore che equivale a saggezza e
consapevolezza. L’angelo conosce e pratica ambedue.
E nella misura in cui mi sposto da una dimensione all’altra, sto muovendomi dalla coscienza umana a quella angelica.

L’anima addormentata finisce per essere insensibile poiché l’ego rende lontani, ciechi e insensibili.
L’anima sveglia si schiude all’energia dell’essere, quella che non conosce i limiti della dimensione materiale, perciò sa muoversi con tempi e modi diversi.
Sa trascendere, sa ascendere e sa come smettere di discendere. Nella sua massima fase di compimento non “sa”, perché è.

Nel percorso spirituale che risveglia una sana consapevolezza, l’anima poco a poco riprende a coltivare la coscienza che prepara ad una metamorfosi. E se credo nella metamorfosi “umana” allora il 50% del lavoro è fatto. La forma angelica è la forma dell’anima quando è “sveglia” e utilizza le sue piene facoltà.
Perché tutto ciò accada ho bisogno di praticare dei principi che fanno riemergere le ali e cominciare a muoverle. L’angelo ogni giorno prende lezioni di volo!

Ecco sei caratteristiche necessarie per questo salto di coscienza che rende sempre meno umani e sempre più angelici.

1. Riconosco il valore dei pensieri, pratico pensieri puri e li intrattengo il più a lungo possibile. Allora divento un messaggero di buone notizie (non di pettegolezzi e giudizi limitati), un messaggero di pace, quello che maggiormente rappresenta la figura dell’angelo.

2. Ogni giorno dedico del tempo al silenzio, all’espressione silenziosa di me stessa nella meditazione. Il silenzio è il grembo dove creo una nuova coscienza e la coscienza è ciò che caratterizza un angelo: è cosciente! Il silenzio vede e afferra ciò che è sottile.

3. Pratico di guardare il mondo con occhi che vedono l’invisibile affinché un tale sguardo dia speranza a chi non l’ha più, dia amore e il senso dell’eternità. Uno sguardo da praticare con chi ci viene davanti e anche con chi è lontano, ma una tale visione proietta amore a distanza.

4. Pratico la concentrazione che mi riporta al nucleo, all’essenza e l’osservazione per accumulare consapevolezza anziché informazioni.

5. Pratico l’arte della generosità, fino ad eliminare l’egoismo che è il virus di tanta sofferenza. Per alcuni il dare produce sofferenza perché si sentono privati di qualcosa! Essi sono, in questo caso, fuori dalla dimensione “d’oro”, quella di piena nobiltà d’animo, di regalità. La parola “mio” e il senso di proprietà prevale e annebbia la consapevolezza che niente veramente ci appartiene.

6. Pratico il senso di appartenenza “sacra” al Seme, al Divino, e quindi a tutti, riconoscendo l’appartenenza.

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