Alchimia quantistica

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Alchimia quantistica

di Stefano Mayorca

Il teorema di Bell ha dato inizio a un processo di comprensione dei limiti della scienza, e dei
percorsi iniziatici.

I processi trasmutativi collegati al corpus alchimico, inglobano in sé elementi di fisica occulta
che non sono immediatamente rilevabili o facilmente individuabili con i sensi umani. Ciò significa
che le dinamiche di trasformazione non passano attraverso i consueti canali percettivi e, di
conseguenza,
anche il metodo d’indagine volto a stabilire i progressi ottenuti e i cambiamenti di ordine
cellulare-alchimico è differente dalle normali investigazioni scientifiche.

Queste considerazioni ci riportano alla mente la nota teoria legata alla Meccanica Quantistica,
avversata dal grande Einstein, che sottolineando il suo dissenso a riguardo pronunciò la storica
frase: “Dio non gioca a dadi”. In seguito Einstein elaborò un esperimento cosiddetto ideale,
conosciuto come esperimento o paradosso EPR, allo scopo di dimostrare che la Meccanica Quantistica
non poteva essere presa in considerazione e non andava considerata una teoria fisica incompleta.

Intorno agli Anni Sessanta, il fisico irlandese John Bell diede origine ad una rielaborazione del
paradosso EPR volta a concretare una verifica sperimentale: la teoria di Bell, che tenteremo di
riassumere con il messaggio “la logica e la razionalità non sono strumenti assoluti, ma sono
circoscritti, limitati”. Bell sosteneva che l’atteggiamento razionale non esaurisce l’analisi della
realtà, e che questa si ribella nel suo intimo alla fredda logica razionale con la quale si è
indagato sino ad oggi. In termini alchimici-ermetici, la comprensione del mondo astrale,
dell’invisibile, non può essere espletata in termini puramente scientifici, giacché, come spiegato
in principio, l’analisi dei fenomeni occulti deve utilizzare una diversa visione sperimentale.

Ancora oggi la scienza ufficiale non sa nulla del cervello umano. Funzioni che a livello alchimico
presuppongono l’interazione con universi dimensionali non valutabili con i mezzi scientifici, sono
raggiungibili mediante tecniche di ordine iniziatico estremamente complesse. In effetti la scienza
non è in grado di spiegare ogni cosa, e tanto meno tali realtà. Questi mondi invisibili sono
collocabili in una diversa regione materica, all’interno della quale è situato il quarto stato della
materia o Quarta Dimensione.

In ogni caso, evitare di farsi condizionare dalla razionalità non significa sprofondare nella
superstizione o nell’emotività. Non vuol dire rapportarsi all’universo metafisico profanamente e
ingenuamente, dando credito a qualsivoglia sensazione o umore momentaneo. Al contrario, anche in
ambito occulto – alchimico, occorrono delle verifiche sperimentali capaci di farci comprendere se
siamo sulla giusta strada.

Nel 1972, John Cluser e Stuart Freeman, negli Stati Uniti, e nel 1981 A. Aspect, P. Grangier e C.
Roger al CERN di Ginevra, eseguirono ciascuno un esperimento mirato a verificare la validità della
teoria di Bell. Il risultato fu sorprendente e convalidò pienamente gli studi di Bell. Materia,
corpo e spirito sono indissolubili e manifestano quell’unitarietà con l’Assoluto espressa dalla
tradizione ermetica.
La Scienza, forse, dovrebbe rivedere alcune sue posizioni.

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