Abductions, nuove frontiere

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Abductions, nuove frontiere

di: Enrico Baccarini

10° Simposio Mondiale Sugli Oggetti Volanti Non Identificati e i fenomeni connessi svoltosi alla
Repubblica di San Marino il 9 – 10 Marzo 2002

Lungamente si è discusso sulla reale natura, e sugli operatori, delle fantomatiche abductions. Se da
una parte fosse plausibile identificare, in via teorica, una matrice aliena al di sotto dei
rapimenti, è altresì emerso che dietro alcuni di questi si potrebbe celare un intervento prettamente
terrestre. Il rapimento operato da esseri di presunta origine aliena ha suscitato, nell’interesse
collettivo, molto fascino e paura. La possibilità, seppur remota, che un essere differente da noi
possa penetrare nella nostra camera da letto e possa muoversi indisturbato ed operare su di noi
qualsiasi manipolazione intenda, ha risvegliato in molte persone una paura totalmente nuova e
inaspettata. Il trauma e lo shock operanti nel soggetto presumibilmente rapito potrebbero essere, in
alcuni casi, devastanti per la sua mente. Se da un lato la psicologia odierna ha tentato di spiegare
le possibili matrici cognitive alla base dell’insorgenza di determinati stati, che potrebbero
portare alla “materializzazione” di esseri alieni, dall’altra parte prove riguardanti tali rapimenti
si stanno manifestando sempre di più.

Il nostro obbiettivo, in questo studio, non sarà quello di negare categoricamente l’abductions
aliena, plausibile in via teorica, ma quello di presentare al lettore una nuova possibilità
interconnessa con questa tematica. Ricerche di frontiera hanno permesso negli ultimi anni di
comprendere meglio alcuni fattori psicologici, e chimico-biologici, che potrebbero essere alla base
di manifestazioni oggettivamente non reali ma vissute come tali dal soggetto. L’omogeneità nei
racconti dei presunti addotti, ha fatto ipotizzare, ad alcuni studiosi, che dietro queste
manifestazioni si potesse celare un disturbo psicologico di natura ignota. Non è da escluders i che,
dietro alcuni casi, possano effettivamente nascondersi tali disturbi, o volontà di mera mitomania,
ma non possiamo liquidare come tale tutta la casistica e tutte le testimonianze che sono state
raccolte e studiate nel corso dei decenni. Le tipologie che incontriamo nei soggetti presumibilmente
rapiti, sono tra le più varie. La letteratura specifica ci presenta persone di tutti i ceti sociali,
da quelle più basse, a laureati, a uomini di prestigio. Inoltre, in molti casi, è possibile
riscontrare la totale non conoscenza, nonché negazione, del fenomeno ufologico in primis, e dei
rapimenti alieni. Questo ci potrebbe condurre ad ipotizzare che, escludendo eventuali
psicopatologie, dati significativi possano essere rilevati attraverso opportune batterie di test, e
sedute cliniche, per poter capire se esista realmente un fenomeno che sfugge ancora alla nostra
comprensione, un fenomeno che in oltre trent’anni è dilagato in tutti il mondo.

1 Studente universitario in Psicologia Sperimentale e Generale, – Socio Inquirente C.U.N. (Centro
Ufologico Nazionale), Addetto alla Segreteria della Presidenza del C.U.N., redattore del mensile UFO
NOTIZIARIO

La scienza e le abductions

Le ricerche condotte fino ad oggi ci presentano, nel fenomeno abductions, due scenari plausibilmente
sussistenti. Possiamo riscontrare testimoni che effettivamente potrebbero avere vissuto rapimenti da
parte di creature aliene, nonché testimoni che nelle loro descrizioni presentano scenari
plausibilmente più terrestri. L’esistenza di un possibile collegamento tra una stimolazione
attraverso onde elettromagnetiche (che potrebbero essere quindi amplificate da un microimpianto) e
determinate stimolazioni cerebrali è stata ampiamente dibattuta e presentata al 3° Convegno
Ufologico della città di Tarquinia dal Dottor Patrizio Caini, del CUN di Firenze.

Questa, come altre ricerche, stanno conducendo gli studiosi verso nuovi orizzonti nei quali sarà
possibile studiare strane e nuove fenomenologie. A seguito di numerose ricerche effettuate, siamo
stati sorpresi nel constatare come parte della tecnologia utilizzata dai presunti rapitori alieni,
possa essere trovata nell’infinito mondo della medicina e della biologia. La nostra scoperta, che ci
ha condotto alla realizzazione di questo studio, prende infatti spunto da un casuale ritrovamento
durante le nostre ricerc he. Mentre stavamo effettuando normali approfondimenti presso diverse
università americane, a livello telematico, siamo incappati in un pagina nella quale si presentava
un’avvincente, ed innovativa, tecnica per asportazioni neoplastic he chirurgiche, o per eventuali
innesti a livello della ghiandola pineale. Stupefatti da questa ricerca, e dalle sue eventuali
implicazioni, abbiamo cercato di raccogliere quanto più materiale avessimo potuto trovare. La
ricerca in esame è stata condotta presso l’Università di Pittsburgh e dello Utah.

Autore di uno studio fondamentale è un ricercatore di origine cinese, il Dottor Hae Dong Jho (M.D.,
Ph.D.) neurochirurgo del Center for Minimally Invasive Neurosurgery, Dipartimento di Neurochirurgia,
dell’Università di Pittsburgh. Dopo decenni di ricerche, e sperimentazioni, gli studi condotti da
questo neurochirurgo hanno condotto verso alcune applicazioni veramente sensazionali. Lo strumento,
e la tecnica, ideate dal Dottor Jho, si presentano come futuristiche per il mondo della medicina ma
realizzabili per quello della tecnologia. Studiando i lavori di questo ricercatore abbiamo
riscontrato alcune analogie significative che ci hanno richiamato subito alla mente alcune tecniche
utilizzate da esseri alieni riferite da soggetti presumibilmente rapiti. Attraverso un pistola ad
aria compressa è possibile oggi infatti creare un piccolo foro nella narice destra (vedasi le
correlazioni con la letteratura sulle abductions), non intaccando il tessuto epiteliale o le mucose
presenti nel naso, attraverso il quale far passare la piccola pistola fino a condurla verso la
ghiandola pineale (ipofisi).

Questo metodo evita l’apertura della scatola cranica, tecnica precedentemente utilizzata per
operazioni di questo tipo, ma passando attraverso l’osso sfenoide che viene forato in un piccolo
punto. Tale tecnica è stata sperimentata in soggetti affetti da devastanti, nonché rari, tumori. Le
tecniche utilizzate precedentemente non permettevano, nella maggior parte, dei casi di ottenere
buoni risultati a seguito dell’operazione. La tecnica sperimentata dal Dottor Jho risulta essere
invece poco invasiva e ad alto tasso di riuscita. È curioso notare come a seguito di tale operazione
non rimangano tracce visibili, se non delle epistassi omolaterali (sanguinamenti) dalla narice
destra. Questo ci riconduce alla letteratura sulle abductions in cui possiamo appunto ritrovare,
tali sanguinamenti. L’abrasione del tessuto parenchimatico della mucosa nasale provocherebbe,
infatti, la perdita di sangue dal naso osservata sia nei presunti addotti sia nella tecnica del
Dottor Jho. Questa tecnica, per stessa ammissione del ricercatore, potrebbe essere anche utilizzata
per ben più ampi risvolti, vedasi l’inserimento di microchip a livello cranico.

Infatti ricerche di questo tipo non sono nuove in ambito militare. Lo studioso Robert Tickler ha,
fin dai primi anni novanta, depositato numerosi brevetti che chiamavano in causa tecniche e
sperimentazioni simili, ma utilizzate per scopi ben differenti. I brevetti di Tickler infatti
prevedevano di utilizzare microchip innestati a livello della ghiandola pineale. Tali impianti
potevano modulare onde elettromagnetiche al fine di monitorare e localizzare i soggetti portatori in
tutto il mondo. Tali esperimenti avrebbero condotto, attraverso determinate modulazioni
elettromagnetiche, anche alla produzione di particolari sostanze chimiche negli organismi
impiantati. Le interconnessioni che le ricerche di questi due studiosi sembrano avere, potrebbero
effettivamente uscire dai raccont i dei soggetti che affermano di essere stati rapiti da esseri
extraterrestri. È bene sottolineare ulteriormente che non escludiamo a priori l’intervento di esseri
esogeni al nostro pianeta, e quindi loro eventuali rapimenti, ma dobbiamo con uno spirito critico e
scientifico anche affrontare e ricercare eventuali similitudini, nonché vere e proprie correlazioni
con la tecnologia terrestre.

Il lavoro compiuto da Tickler non è però l’unico del suo genere infatti, nell’ambito delle ricerche
sulla stimolazione neuroelettrica, si contano non meno di 110 studi ufficiali, di alto valore
scientifico, pubblicati dalle più prestigiose riviste del settore, e dai più importanti centri di
ricerca. Studi di questo tipo sono stati condotti almeno fin dai primi anni ’702, quando cioè si
cercò di curare alcune malattie (fisiologiche e psicologiche) attraverso una modulazione in loco, di
segnali neurali. Durante le nostre indagini siamo riusciti, però, a trovare anche un altro centro
R&D (Ricerca e Sviluppo) molto importante che da non meno di venti anni studia, ricerca e costruisce
microimpianti cerebrali. Si tratta del Center for Neural Communication Technology 3 dell’Università
del Michigan. Questo centro ha svolto, e sta svolgendo, importanti ed interessanti studi nella
realizzazione di microchip neurali che potranno assolvere ad una vastissima quantità di compiti e
riattivare funzioni perdute o danneggiate del nostro cervello. Nel sito internet ufficiale del
centro, e nelle documentazioni consultabili, vediamo che “queste ricerche, e sperimentazioni, sono
state condotte poter registrare le attività del sistema nervoso centrale e per poterlo stimolare in
maniera mirata”. Questo scenario ci riconduce verso le ricerche cui abbiamo fatto riferimento
precedentemente.

Presso l’ufficio brevetti americano sono depositati centinaia di brevetti che chiamano in causa la
stimolazione a distanza del cervello, metodi e sistemi per alterare la coscienza, sistemi per
localizzare e inabilitare persone. La maggior parte di questi brevetti chiamano in causa
l’inserimento di microchip a livello cranico o periferico. La domanda che sorge spontanea a questo
punto è perché i militari, o il governo americano, dovrebbero divertirsi ad innestare questi sistemi
nei loro cittadini e perché, se esiste effettivamente una fenomenologia abductions di origine
extraterrestre, esistono così poche prove. Per quanto riguarda la prima domanda è bene ricordare che
gli Stati Uniti, come anche altri paesi, hanno da sempre condotto esperimenti e ricerche, più o meno
segrete, che chiamavano in causa il controllo e la manipolazione degli individui. Non si tratta,
come si potrebbe pensare, di una trama per un film, ma di esperimenti reali che sono stati
documentati e che sono stati denunciati al Congresso degli Stati Uniti.

Per quanto riguarda la seconda domanda, senza compiere voli pindarici, possiamo unicamente
registrare la presenza di una vasta quantità di dati non spiegabili associati ai soggetti
presumibilmente rapiti. Vari rapimenti, indagati da ricercatori della caratura di John Mach e e Budd
Hopkins, lasciano interdetti anche i migliori scettici. Se a questi dati sommiamo anche gli studi e
le analisi compiute dal Dottor Roger Leir su presunti impianti di origine extraterrestre (le analisi
condotte su alcuni microimpianti lasciano effettivamente stupefatti) abbiamo un quadro abbastanza
ampio di fenomenologie interconnesse, ma che rimangono senza spiegazioni soddisfacenti. Le cicatrici
riportate, le operazioni cui sarebbero stati sottoposti alcuni addotti, la presenza di sintomi
riconducibili ad esposizione a radiazioni, e tanti altri fattori, sommati ad altre particolarità
riportate dopo presunti rapimenti, non trovano la minima spiegazione sia nel campo scientifico che
in quello psicologico.

Lo scenario che abbiamo fin qui delineato, potrebbe condurci a credere che il fenomeno delle
abductions, possa effettivamente far parte di un più vasto progetto di studio di matrice governativa
o militare. Non possiamo però altrettanto escludere che una ipotetica razza

( 2 Hetke, J.F., Lund, J.L., Najafi, K., Wise, K.D. and Anderson, D.J. (1994): Silicon ribbon cables
for chronically implantable microelectrode arrays. IEEE Trans. Biomed. Eng. 41:314-321. Starr, A.,
Wise, K.D. and Csongradi, J. (1973): An evaluation of photoengraved microelectrodes for
extracellular single-unit recording. IEEE Trans. Biomed. Eng. 20:291-293. Wise, K.D., Angell, J.B.
and Starr, A. (1970): An integrated circuit approach to extracellular microelectrodes. IEEE Trans.
Biomed. Eng. 17:238-247. Wise, K.D. and Angell, J.B. (1975): A low-capacitance multielectrode probe
for neurophysiology. IEEE Trans. Biomed. Eng. 22:212-219. 3 Visitabile al seguente indirizzo
internet – www.engin.umich.edu/facility/cnct/ )

extraterrestre, che ci visitasse, potesse prelevare dei campioni umani per fini di studio e per
sottoporli a test. La letteratura delle abductions, per quanto vasta e dibattuta, ci presenta però
al contempo casi che ci fanno escludere, dopo un’attenta indagine, eventuali scenari extraterrestri.
Ci presenta altresì condizioni, testimonianze, tracce e fenomeni che sono spiegabili quasi
unicamente attraverso l’ipotesi extraterrestre. Nel più ampio ventaglio di ricerche presentate nel
corso degli anni da diversi autori, vogliamo brevemente ricordare una ricerca condotta nel 1999 dai
coniugi Lammer e sfociata nella pubblicazione del libro “MILABS : MILITARY MIND CONTROL & ALIEN
ABDUCTION”. Aspramente criticato, il libro sottolineò l’evidente connessione tra alcuni presunti
rapimenti alieni e alcune operazioni, e progetti, militari-governativi americani. Le ricerche
condotte dai due coniugi fecero ulterio re luce su una serie di strutture, tecniche, e sistemi che
potevano essere ricondotte alla fenomenologia delle abductions. Questo, secondo i detrattori di tale
teoria, potrebbe comprovare l’ipotetica matrice terrestre dei rapimenti alieni, che si sommerebbe a
quelle ipotesi che chiamerebbero in causa disfunzioni psicocognitive di vario genere per spiegare la
fenomenologia. Questo approccio si dimostra però come quanto di più sbagliato e ascientifico ci sia.

Come abbiamo infatti detto precedentemente, la fenomenologia delle abductions è talmente vasta e
variegata che manifestazioni ricollegabili ad interventi terrestri non possono spiegare appieno la
vastità e complessità del fenomeno . Passiamo a vedere ora come ipotetici apparati governativi
potrebbero assolvere compiti simili a quelli che vengono imputati ai rapitori alieni. I brevetti,
precedentemente citati, realizzati da Robert Tickler, sfruttano le più avanzate tecnologie per
condizionamenti a livello neurale. Attraverso una rete estremamente ampia di ponti satellitari il
brainradio (di appena 10 mm di grandezza) può rintracciare e monitorare una persona in ogni angolo
del mondo. Tale trasponder viene alimentato, per buona parte dall’energia elettrica creata dal
nostro corpo, che lo mantiene in uno stato di latenza/standby, e soprattutto dall’energia contenuta
nella portante dell’onda radio inviata per attivarlo. Questo sistema non ha così bisogno di una
alimentazione integrata, e risulta praticamente eterno. Se vediamo la tecnica utilizzata dal Dottor
Jho e vediamo le immagini che corredano il brevetto di Tickler ci rendiamo subito conto come siano
presenti in entrambi le stesse tecnologie, cioè pistole estremamente sofisticate in grado di
inserire, a livello cranico, trasponder.

Questi progetti erano un tempo parte dei ben più vasti ARTICHOKE e MKULTRA Projects, realizzati
dalla CIA, e da altre agenzie americane, per studiare strumenti di controllo e di manipolazione
mentale, sulle persone. Se poi ci riferiamo alle ricerche e alle sperimentazioni condotte presso
l’Università del Michigan, vediamo delinearsi un quadro quanto mai significativo. Attualmente
esistono tecnologie che sono rintracciabili nel più ampio contesto della letteratura sulle
abductions. Nei presunti rapimenti alieni possiamo altresì ritrovare dati significativi che non
sono, plausibilmente, associabili a presunte interferenze terrestri. Tutto ciò ci trasporta in un
mondo fantastico ed incredibile che fino ad oggi ha permesso a chiunque di esprimere la propria
opinione. Lo studio di questa problematica non deve esplicarsi attraverso la censura o la
ghettizzazione dei dati, ma attraverso i motori che la scienza ci permette oggi di utilizzare, al
fine di ottenere una comprensione migliore del fenomeno.

Le vere abductions

Agli inizi degli anni novanta l’organizzazione Roper effettuò un’analisi statistica su un campione
di 5.937 soggetti, ai quali vennero poste 11 domande su esperienze insolite e connesse all’ufologia.
I dati che ne risultarono scioccarono sia il mondo dei media che quello accademico. Un americano su
50, secondo i dati ottenuti, nel corso della sua vita ha avuto almeno un I.R. (Incontro Ravvicinato,
class. Hynek). I detrattori hanno però affermato che il campione preso in oggetto non poteva essere
attendibile, perché stimando una popolazione di 185 milioni di persone, l’indagine Roper è stata
rivolta solamente allo 0,032 % della popolazione americana. Un campione davvero insignificante.
Queste conclusioni non devono però scoraggiare. La ricerca sulla fenomenologia della abductions è
ancora in fieri, siamo agli albori di un campo di studi che merita l’attenzione, oltre che degli
interessati, della comunità scientifica. Nel 1992, presso una delle più prestigiose università
americane, l’M.I.T. (Massachussets Institute of Technology) si è tenuto il primo congresso
scientifico interamente dedicato alla fenomenologia delle abductions, accreditando così un
riconoscimento scientifico alla materia in questione. Un team di esperti si riunì per esporre
l’esito di anni di ricerche e per cercare di creare una sinergia operativa e di ricerca.

Ci troviamo ora davanti ad un bivio, da cui potremmo rimanere interdetti. Se da un lato è d’obbligo
usare il condizionale quando si parla di certi argomenti, è altresì fondamentale comprendere come
buona parte delle informazioni riportate siano concretamente reali, e non facciano parte del mondo
fantastico della fantascienza. Essendo generalmente accettato che i casi ufologici, propriamente
detti, rappresentano circa il 10% della casistica (se non me no secondo alcuni ricercatori),
possiamo estendere anche queste stime al campo delle abductions? Il rimanente 90% a che cosa sarebbe
imputabile? Potremmo, in via del tutto ipotetica, congetturare che quel 5-10% possa realmente essere
ricollegabile ad un’operazione aliena di studio nei confronti della nostra razza (vari fattori
potrebbero supportare tale ipotesi); e potremmo ipotizzare, allo stesso modo, che la restante
percentuale sia imputabile ad una vasta quantità di variabili tra cui: studi illeciti condotti da
enti militari o governativi, psicopatologie, mitomanie,etc. Si tratta però solamente di ipotesi.
L’impegno futuro in questo campo dovrà esplicarsi in uno studio attento e scientifico di questa
fenomenologia, senza estremismi di parte, e con una mente aperta verso nuove possibilità e nuove
scoperte. Gli studi e le ricerche stanno continuando, l’intento di capire la matrice di questa
fenomenologia sta diventando sempre più importante e solo una coesione di forze, tra ricercatori e
studiosi, potrà permettere di indirizzare i nostri sforzi verso una maggiore comprensione di questo
fenomeno.

Bibliografia:

– Department of Neurosurgery, University of Pittsburgh & Dr. Jho’s Center for Minimally Invasive
Neurosurgery, www.neurosurgery.pitt.edu/
– United State Patent & Trademark Office www.uspto.gov/patft/ (Ufficio Brevetti americano)
– “The Alien and the Scalpel”, Dr. Roger K. Leir (ed. Americana) 1998 Granite Publishing
– The University of Michigan,Center for Neural Communication Technology – Dept. Of Electrical
Engineering and Computer Science – www.engin.umich.edu/facility/cnct/
– “MILABS : MILITARY MIND CONTROL & ALIEN ABDUCTION”, Dr. Lammer Helmut & Marion Lammer (ed.
Americana), 1999 ed. Illuminet Press
– “Manuale di Psicologia dello Sviluppo”, a cura di Ada Fonzi, 2001 ed. Giunti
– “Psicologia, Cultura e Sviluppo Umano”, Moscardino – Axia, 2001 ed. Carocci
– “Manuale di Psicologia Generale”, AA.VV. a cura di Saulo Sirigatti, 1995-2001 ed. UTET

Tutto il materiale citato nel presente articolo è possibile scaricarlo presso:
www.ecn.org/cunfi/Archivio.htm

Autore: Enrico Baccarini
Casella Postale 4070 – Firenze
E-mail: cunfi@ecn.org

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